Raccontare dei femminicidi significa affrontare un fenomeno complesso sia dal punto di vista sociale che giuridico. Lo sanno bene la giornalista Rai Vittoriana Abate e l’avvocato Cataldo Calabretta, che unendo le loro competenze affinate negli anni nei loro rispettivi campi professionali hanno dato vita al saggio “Sulla pelle e nel cuore. Quei bravi ragazzi che uccidono”, edito da Graus Edizioni, con la preziosa prefazione dell’On. Martina Semenzato, presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta su Femminicidio e violenza di genere.
Partendo dalle storie di vittime di femminicidio e con le testimonianze di alcune donne sopravvissute, il saggio vuole sradicare la percezione patriarcale che ancora oggi prevale quando si parla di femminicidi.
Il saggio verrà presentato sabato 16 marzo alle ore 10 presso la Sala Convegni di Palazzo Porti nella località di Cirò Marina, provincia di Crotone. L’evento, alla presenza di entrambi gli autori, si aprirà con i saluti istituzionali del Dr. Sergio Ferrari, Sindaco del Comune di Cirò Marina. Gli autori, grazie alla moderazione dell’avvocato Teresa Paladini, consigliere dell’Ordine Avvocati di Crotone, affronteranno i punti cardini del loro lavoro. Come si legge nell’introduzione al testo di Vittoriana Abate, bisogna “saper cogliere i primi segnali, senza sottovalutare neanche una spinta, perché uno schiaffo non è solo un colpo al viso. È un gesto che rappresenta un fortissimo abuso, una volontà di ferire il corpo e di insultare l’anima”.
“Dal 2019”, ricorda l’avv. Cataldo Calabretta “c’è una legge denominata Codice Rosso rafforzata con le norme varate nel 2023 indispensabili per rinvigorire sia gli strumenti di prevenzione sia quelli di protezione delle donne nei casi di violenza domestica, stalking e maltrattamenti. Lo Stato ha fatto una scelta: la violenza contro le donne non è più un reato minore”.
Gli autori
Vittoriana Abate, giornalista professionista, autrice e conduttrice Rai. Laureata in Giurisprudenza, dal 1990 lavora nei programmi giornalistici Rai. Da ventiquattro anni è inviata di punta di Porta a Porta. Esperta di cronaca nera e giudiziaria, si è occupata dei più noti delitti e processi italiani e dei grandi eventi di attualità. Ha collaborato con i più popolari format di RaiUno tra cui l’Arena, Vita in diretta e Uno Mattina. Ha condotto diversi format Rai tra cui due edizioni di Nella memoria di Giovanni Paolo II, Callas Tribute New York, Dalla&Caruso Tribute e Salotto Sanremo. Ha curato e condotto diverse rubriche nei programmi Rai Uno Mattina, Estate in diretta e Weekly. È autrice di saggi e inchieste giornalistiche tra cui Ciro Vive, Le Verità sommerse, Il ragionevole sospetto, Il segreto delle lacrime.
Cataldo Calabretta, avvocato, docente Universitario di Diritto dell’Informazione presso L’Università eCampus. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Impresa, Stato e Mercato all’Università della Calabria. Ha insegnato al Master di Criminologia dell’Università Sapienza di Roma e al Corso di Laurea in Giurisprudenza dell’Unical. Noto al pubblico televisivo per essere stato consulente legale di RaiUno e per aver curato e condotto molte rubriche tra cui Parole in codice, In Vostra Difesa su Uno Mattina e I cold case italiani su Vita in diretta. Giornalista, esperto di cronaca nera e giudiziaria, attualmente è Amministratore Unico di Sorical Spa, gestore del servizio idrico integrato della Regione Calabria.
Il libro
Giulia, Chiara, Antonella, Sara, Melania, Roberta, Elena, Stefania, Maria, Fabiana. Sono nomi di donne uccise per mano di chi diceva di amarle. Sono nomi comuni, e noi conosciamo i loro volti sorridenti solo quando il loro sorriso è stato spento per sempre. Quale legame c’è tra queste donne accomunate dallo stesso tragico destino? Nelle loro esperienze di vita esiste un identico copione che rivela i segnali di una relazione malata. Storie di giovani vite spezzate che hanno riempito le pagine più buie della cronaca di questi ultimi vent’anni. Questo saggio racconta non solo la sofferenza delle donne vittime di violenza, quelle che hanno lottato invano, quelle che non ce l’hanno fatta, ma raccoglie anche il grido di chi è sopravvissuta. La paura di non farcela, le sentenze avvilenti, le battaglie quotidiane contro il silenzio, il senso di frustrazione, di ingiustizia, di vergogna, e lo sforzo per denunciare, il timore di sentirsi poi abbandonate, la fatica di ottenere giustizia e risarcimenti e, ancor più, quello di sopravvivere al trauma e di ricominciare a vivere. Una parte del testo è infatti dedicata agli strumenti che la legge offre nel contrasto alla violenza di genere. Solo nel 2023 le vittime di femminicidio sono 118. Dietro questi numeri ci sono genitori, figli fratelli, sorelle, amici. L’Italia intera che piange. La violenza sulle donne non è una faccenda privata, qualcosa che riguarda le altre donne. È necessario comprendere che la loro esperienza può riguardare chiunque. Può essere anche la nostra. Come la nostra deve essere questa battaglia. Qualunque cosa abbia a che fare con la violenza non si può e non si deve chiamare amore.