La struttura della famiglia Abbas simile a quella di una ‘ndrina calabrese. Il parallelo è stato fatto in aula dal procuratore di Reggio Emilia Gaetano Paci, che nella sua requisitoria ha citato conversazioni successive all’omicidio di Saman, con protagonista il padre Shabbar, “da cui emerge la necessità di mantenere compatto il fronte familiare e parentale”.
E questo, ha detto Paci “è esattamente quello che prima dell’omicidio la scelta determinata e testarda di Saman aveva cercato di mettere in crisi. E cioè l’autorevolezza di Shabbar, come membro di una famiglia potente, che possiede tanti terreni in Pakistan, che nel suo villaggio agita il kalashnikov e spara in aria”.
Una vicenda, che ha detto ancora Paci, che prima di essere nominato capo della Procura reggiana era stato procuratore aggiunto a Reggio Calabria, ricorda una testimone di giustizia vittima di ‘Ndrangheta: “Maria Concetta Cacciola, costretta dai familiari nel 2011 a ingoiare acido muriatico”.