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In ricordo del filosofo Paolo Emilio Tulelli

Sono sempre troppi i dotti calabresi poco conosciuti, e qui sentiamo il dovere di recuperarne uno, meno noto di quanto meriti, e richiamarlo alla memoria.

Paolo Emilio Tulelli nacque a Zagarise, il 18 agosto 1811. Discendente da un’antica casata nobiliare, compì in paese i primi studi, presso il Convento del Ritiro dei Filippini, quindi frequentò il Real Liceo Ginnasio di Catanzaro e nello stesso tempo il Corso Teologico del Seminario Vescovile di Catanzaro, dove fu ordinato sacerdote.

Lasciati i luoghi d’origine in giovane età non vi fece più ritorno, avendo trascorso gran parte della vita prima a Catanzaro, quindi dal 1839 a Napoli. Amico di Luigi Settembrini che gli trasmise l’amore per lo studio, la filosofia e gli ideali patriottici, fu discepolo del marchese Puoti e del filosofo Pasquale Galluppi, del quale divenne anche biografo.

Trasferitosi nella capitale per compiere gli studi filosofici, nel 1855 vi aprì una scuola privata, dove insegnò per oltre vent’anni filosofia morale ed estetica; della scuola fecero parte allievi appartenenti alle famiglie più in vista, fra i quali anche i figli del Re Borbone i quali, in segno di stima, gli fecero dono di un bellissimo orologio da camera di manifattura francese e tuttora in possesso di alcuni eredi.

Patriota e cattolico liberale, il Tulelli per la sua attività di pensatore acquisì in quell’epoca notorietà e grande reputazione.  Nel 1860 fu destinato, su iniziativa di Francesco De Sanctis a insegnare Filosofia Morale nella Regia Università della città partenopea, negli anni del massimo splendore dell’Ateneo.

Nel momento storico che segnava la conclusione della dominazione borbonica, egli affrontò l’insegnamento nella consapevolezza che il rinnovamento politico andava accompagnato a quello morale, stante una situazione generalizzata diffusa nella popolazione di miseria intellettuale, sulla quale facevano leva i tentativi di restaurazione. In una popolazione il cui sentimento religioso fioriva in manifestazioni festaiole ed esterne pratiche di culto, il Tulelli affermava la necessità della spiritualizzazione del costume religioso, dell’interiorizzazione del bene, d’una costruzione non formalistica ma effettuale della società.

A Napoli Tulelli visse fino alla fine, avvenuta nel 1884.  Conservò dentro di sé un forte legame almeno di memoria con la terra d’origine, donando a Catanzaro la sua cospicua raccolta di libri, un migliaio di volumi con cui fu possibile istituire una biblioteca, inaugurata nel 1889 con il nome “Onestà e Lavoro”.  Nel 2010, il Comune di Catanzaro e la pronipote, che firma queste righe, gli hanno dedicato una targa; e nella Biblioteca Comunale oggi nota come De Nobili, al Tulelli è dedicata la sala convegni.

Anche il futuro Convitto Galluppi nacque come Scuola Femminile intitolata al Tulelli.

Nelle disposizioni  testamentarie il Tulelli si ricordò anche del paese natale, lasciando a Zagarise una rendita annuale con la quale si provvedesse all’istruzione di giovani meritevoli e bisognosi.

Al filosofo Paolo Emilio Tulelli sono oggi intitolati a Zagarise una via, un Istituto comprensivo, e un busto di fronte al Comune; una via gli è dedicata nel quartiere S. Elia di Catanzaro.  La sua figura viene ricordata dal “Centro Studi Filosofici Paolo Emilio Tulelli”.

Notevole, infine, è quanto scrisse nel suo testamento: “Lascio tutti i miei libri al comune di Catanzaro affinché istituisca una biblioteca pubblica, una rendita annuale per l’istruzione di un giovane povero e meritevole di Zagarise, una somma in dote a una ragazza povera anch’essa di Zagarise; e infine il patrimonio suddiviso tra i miei parenti”.

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