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Il procuratore Creazzo va in pensione: “Anni difficili e belli, peccato non essere arrivati al livello superiore dell’omicidio Fortugno”

di Claudio Cordova – Oltre quarant’anni in magistratura. Una vita. Con ruoli variegati e di primissimo livello. Lascia la toga, per raggiunti limiti d’età, Giuseppe Creazzo, già procuratore della Repubblica di Palmi e Firenze, tra gli altri incarichi. Creazzo ha oggi effettuato il suo saluto alla cittadinanza che ha servito per tutti questi anni, ma anche al personale amministrativi, alla polizia giudiziaria e agli uomini e le donne della scorta che, per diversi decenni, lo hanno tutelato nella sua azione contro la criminalità, organizzata e non.

In magistratura dal 1984, Creazzo ha ricoperto il primo ruolo a Enna, come sostituto procuratore, prima di approdare a Reggio Calabria, come sostituto procuratore presso la Pretura e poi come giudice presso il Tribunale e poi come consigliere della Corte d’Appello. Ruoli, dunque, sia come investigatore, sia come giudice terzo. Da GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria, Creazzo si è anche occupato dell’omicidio del giudice Cesare Terranova, ucciso il 25 settembre del 1979 a Palermo, insieme al carabiniere di scorta, Lenin Mancuso, ma anche dell’omicidio del giudice Antonino Scopelliti, per cui recentemente sono state riaperte le indagini. In entrambi i processi erano imputati i capi di Cosa Nostra.

Negli anni, anche un ruolo come pm della Dda di Reggio Calabria. Proprio in quest’occasione, si occuperà, tanto della tratta di esseri umani, quanto della cattura di latitanti di ‘ndrangheta. E poi il caso più noto, quello per l’omicidio del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, Franco Fortugno, assassinato a Locri il 16 ottobre del 2005. L’inchiesta e il successivo processo si chiuderanno con la condanna di mandanti ed esecutori materiali. Anche se quello di non essere arrivati alla “grande ‘ndrangheta”, ai “livelli superiori” rispetto al gruppo dei Marcianò, condannati definitivamente all’ergastolo, è uno dei pochi crucci di una carriera fulgida, così come specificato oggi dallo stesso Creazzo nell’incontro di saluto. “Ma si tratta di reati che non si prescrivono, quindi, forse, un domani…”.

Un impegno che lo porterà poi anche al Ministero della Gustizia, con il ruolo di vice capo dell’Ufficio Legislativo. Poi l’ultima fase della carriera: prima il ruolo da procuratore della Repubblica di Palmi, dove riuscì a rivitalizzare l’Ufficio, portando, grazie alla sinergia con Prefettura e Provincia di Reggio Calabria, tanti giovani magistrati a sceglierlo come sede disagiata. Infine, gli anni a capo della Procura di Firenze, dove condurrà, non senza polemiche, delicate inchieste, sia sull’ex premier Matteo Renzi, sia sulle stragi mafiose degli anni ’90. Infine, il ritorno a Reggio, con gli ultimi tre anni presso la Procura della Repubblica per i Minorenni, dal 2022.

Una carriera lunga, dove non sono mancate le difficoltà: “Ma l’importante è superarle” ha detto con il sorriso Creazzo.

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