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“Magna Grecia film festival”, Stefano Sbrulli vincitore del Premio Vittorio De Seta 2023 di Legambiente

È Stefano Sbrulli il vincitore del Premio Vittorio De Seta 2023 di Legambiente Calabria designato da una giuria di esperti e studiosi che ogni anno assegnano il riconoscimento in base alla loro aderenza alle finalità del premio ed in particolare per la presenza dell’impronta di De Seta. Il Premio, nato da un’idea di Legambiente Calabria ed inserito successivamente nel “Clorofilla film festival” di Festambiente, è stato ospitato, come ogni anno, nell’ambito degli eventi del “Magna Grecia Film Festival” ed è dedicato al regista e maestro del neorealismo che con i suoi lavori ha raccontato la cultura popolare e il mondo degli ultimi. Il Premio, nel ricordare la figura del regista siciliano, che negli ultimi anni della sua vita ha vissuto a Sellia Marina (CZ), vuole promuovere e diffondere la conoscenza di storie e luoghi dimenticati, di vicende umane di confine, di culture popolari materiali e immateriali, patrimoni inalienabili dell’umanità. Quest’anno l’evento acquisisce maggiore valore perché ricorrono i 100 anni dalla nascita del Maestro.

 

Come di consueto, il Premio consiste in un’opera d’arte realizzata con materiali di recupero ed è stato consegnato ieri sera, prima nella sala conferenze dell’Hotel “Le Dune”, nel quartiere Giovino di Catanzaro, e poi sul palco dell’Arena del Porto, alla presenza della presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta; del presidente del circolo di Catanzaro,Andrea Dominijanni; del presidente dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, Aldo Costa; del regista Mattia Isaac Renda, componente della giuria, e del presidente della giuria Franco Blandi. Due le menzioni speciali che sono state assegnate dalla giuria: “Mira-Futuro” di Andrea Ventura Alizzi e MartinaMartinelli e “Pastore anti lupi” di Saverio Caracciolo.

 

La giuria del premio “Vittorio De Seta” ha deciso di assegnare il riconoscimento al cortometraggio documentario “Donde los ninos no suenan” (Dove i bambini non sognano) di Stefano Sbrulli, per la straordinaria capacità di rappresentare la realtà di una famiglia, di una madre e dei suoi figli, che con forza e determinazione lottano per tentare di sopravvivere alle malattie e alle condizioni di vita spaventose, determinate dal degrado ambientale che li ha investiti a causa delle estrazioni di zinco, piombo e altri metalli pesanti, che hanno reso velenosa l’aria e l’ambiente di Cerro De Pasco, in Perù, il paese in cui vivono.

Attraverso un’attenta messa in scena e un’impeccabile direzione, il regista Stefano Sbrulli riesce a catturare l’attenzione del pubblico e a trasmettere il senso di urgenza e di ingiustizia che permea la vita di questa famiglia. In questo documentario, il regista riesce a raccontare la storia attraverso la voce diretta dei protagonisti, in equilibrio tra l’aspetto umano e quello cinematografico, realizzando uno straordinario esempio di “cinema del reale”, un genere a cui Vittorio De Seta ha dedicato la sua carriera.

In linea con il pensiero di Vittorio De Seta, il quale ha sempre sottolineato l’importanza della funzione educativa e pedagogica dell’arte cinematografica, il documentario di Stefano Sbrulli, oltre alla pregevole fattura tecnica e stilistica, si iscrive tra le opere cinematografiche “utili”, perché porta alla ribalta fatti e persone che, spesso, rimangono invisibili nella società e contribuisce a far crescere la sensibilizzazione su questioni importanti legate all’ambiente e alla giustizia sociale.

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