La Sentenza che ha assolto il sindaco Giuseppe Falcomatà, ha suscitato molteplici reazioni provenienti da diversi esponenti del mondo politico, sindacale, istituzionale.
Per Rosaria Succurro, Presidente ANCI Calabria, “è certamente una buona notizia non solo per la Città, ma per la Calabria intera”. Succurro, che è anche presidente della Provincia di Cosenza, si dice “umanamente lieta per un’assoluzione che certamente non cancellerà le sofferenze subite ma che almeno restituisce dignità alla persona e all’istituzione che ha guidato”.
“Pur da fronti politici contrapposti, sono molto contenta che il Sindaco di Reggio Calabria abbia potuto dimostrare la sua innocenza ed estraneità ai fatti contestati», ha aggiunto Succurro che «da Presidente ANCI Calabria e prima ancora da Sindaco so bene che i Primi Cittadini sono sempre in prima linea – per non dire spesso sulla graticola – e vengono troppo spesso accollate sulle loro spalle colpe che non hanno”.
La riflessione di Succurro si sposta quindi sul contestato reato di abuso d’ufficio: “all’Assemblea Nazionale ANCI e con il Presidente De Caro abbiamo parlato proprio dell’abuso d’ufficio e dell’urgenza della sua abolizione. Abbiamo lanciato un monito al Governo in tal senso, anche al fine di contrastare l’ormai tristemente nota “paura della firma” della nostra burocrazia, e sono arrivate rassicurazioni circa l’iter della legge di modifica della fattispecie di reato”.
L‘ex presidente Anci Calabria Marcello Manna che ha espresso la sua soddisfazione parlando di una “nuova fase politica anche per la Calabria.”
“Apprendiamo con massimo compiacimento la notizia della piena assoluzione del sindaco Giuseppe Falcomatà. Lo sostenevamo da tempo quanto tale ingiustizia -a cui ha posto fine la Cassazione- avesse nociuto non solo al primo cittadino di Reggio Calabria, ma alla sua intera comunità, privata della propria guida. Una ingiustizia che purtroppo coinvolge sempre più amministratori come Falcomatà, Lucano e tanti altri: occorre, oggi più che mai, una riforma per l’abuso d’ufficio e la legge sullo scioglimento dei comuni.
Una battaglia di civiltà che il Parlamento deve al più presto intraprendere: non è pensabile, il comune di Rende docet, che si possa con faciloneria e senza alcuna prova sciogliere amministrazioni comunali, distruggendo il lavoro dei primi cittadini.
Una stortura che deve terminare: siamo sempre più convinti che persistano fenomeni di contiguità tra alcuni inquisitori e una certa politica e a farne le spese sono sempre gli amministratori. Con la sentenza di assoluzione di Falcomatà auspichiamo si possa finalmente avviare una nuova fase politica anche in Calabria. Giungano al sindaco di Reggio Calabria i nostri più sentiti auguri per la ripresa, finalmente della sua attività di amministratore”.
«Accogliamo con grande soddisfazione la sentenza della Cassazione che ha sancito l’assoluzione del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e la correttezza del suo operato e di quello della giunta comunale».
A sostenerlo è il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua, a nome di tutti i consiglieri dem di palazzo Campanella.
«Non avevamo nessun dubbio, inoltre, sulla correttezza dell’azione politica e amministrativa dell’ex assessore Giovanni Muraca che abbiamo già apprezzato in Consiglio e che, dopo l’ingiusta sospensione e i mesi duri che ha dovuto affrontare, adesso tornerà a svolgere la sua funzione, con rinnovato entusiasmo, per rendere ancora più incisiva l’azione dell’opposizione al governo di centrodestra. Un affettuoso ringraziamento – prosegue Bevacqua – va a Antonio Billari che ha sostituito egregiamente Muraca durante il periodo della sua sospensione. Da oggi il Pd riparte più forte di prima e ancora con maggiore determinazione sia a Reggio Calabria che a palazzo Campanella».
«E’ un momento di grande gioia e soddisfazione quello che stanno vivendo il Pd di Reggio Calabria e l’intera Città, dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha dimostrato l’innocenza del sindaco Giuseppe Falcomatà e degli assessori coinvolti in un lungo processo che ha privato Reggio della sua guida democraticamente eletta».
A sostenerlo è la segretaria cittadina del Pd Valeria Bonforte.
«Non neghiamo neanche una certa commozione per l’esito finale di una vicenda giudiziaria che ha messo a dura prova, anche umanamente, i soggetti coinvolti e le loro famiglie. Adesso, però, giustizia è fatta – afferma ancora Bonforte – e Giuseppe Falcomatà potrà tronare alla guida della Città nel pieno mandato degli elettori che lo hanno scelto per la seconda volta consecutiva. Ci sono tutte le condizioni, dunque, per ripartire di slancio e con grande entusiasmo per proseguire e rafforzare il processo di rinnovamento e sviluppo di Reggio Calabria. Un processo lungo e difficoltoso, avviato con grande sforzo fin dal primo mandato, che ha scontato la cattiva amministrazione delle giunte precedenti che hanno portato il Comune a un passo dalla bancarotta. Ma che non ha mai scoraggiato il sindaco Falcomatà che, finalmente, potrà riprendere la sua zione da dove era stata ingiustamente interrotta».
Anche il segretario generale della Uil ha commentato: “La sentenza della Corte di cassazione sul ‘caso Miramare’ chiude una vicenda giudiziaria e politica durata due anni e, soprattutto, restituisce alla città il sindaco democraticamente eletto dai cittadini reggini. Ora la città ha bisogno di un colpo di reni, ha bisogno di un’amministrazione, nel pieno dei propri poteri. Di un’amministrazione che sia capace di dedicarsi a recuperare il tempo perduto che dia a Reggio Calabria la speranza in un futuro migliore”.
Lo afferma, in una nota, Santo Biondo, segretario generale della Uil calabrese all’indomani della sentenza della Cassazione che ha riportato in carica il sindaco della città Giuseppe Falcomatà.
“Prima del ritorno alle urne – aggiunge Biondo – ci sono due anni per portare a compimento questa sfida. Non sarà facile, la città sta invecchiando, i suoi giovani si stanno allontanando in cerca di una posizione professionale certa, gli indicatori economici la relegano agli ultimi posti delle classifiche stilate dagli istituti di statistica, il gap con il resto del Paese si allarga sempre di più e, di certo, sono tanti i ritardi che ancora aspettano di essere colmati. Siamo convinti che, in questo delicato tornante della storia di Reggio Calabria, ci sia bisogno di ritrovare una serena comunità di intenti finalizzata esclusivamente al bene delle reggine e dei reggini, l’unico bene che deve informare l’azione di chi ha scelto, chiedendo il consenso popolare, di mettersi al servizio della città. Solo questo potra consentire alla città di affrontare l’importante sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza, di trovare una soluzione alla cronica e conclamata insufficienza di personale, di vincere la partita determinante della programmazione dei fondi europea 21/27.”
“Per questo – sostiene il leader della Uil calabrese – crediamo sia determinante riavviare, con grande slancio, il dialogo con le parti sociali considerando lo stesso per quello che rappresenta: un valido motore propulsivo per le scelte future della crescita della città. Un dialogo sociale che deve essere calendarizzato, informato e di merito, perché la città non può perdere questa opportunità anche alla luce della nuova Legge di bilancio che pare sottrarre ai comuni risorse importanti, così come rischia di allargare le marginalità e favorire la crescita della povertà. In questa fase così delicata, quindi, è di fondamentale importanza esercitare la giusta sorveglianza sociale per trasformare queste risorse in opportunità di crescita, con l’obiettivo di contrastare le enormi diseguaglianze fra il Nord ed il Sud del Paese e fra le regioni del Mezzogiorno che sono state segnalate dall’ultimo rapporto dell’Istat.
E’ importante, infine, mantenere alta l’attenzione sul progetto scellerato di autonomia differenziata sul quale non bisogna abbassare la guardia, perché questa norma, nell’intenzione di chi la pensata, non ha alcun intendimento finalizzato a mettere in atto una perequazione fra le parti più ricche e quelle più povere della società ma, al contrario, tenderebbe ad amplificare le stesse tracciando un solco insuperabile fra chi sta meglio e chi sta sempre peggio”.