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Gli impianti per smaltire i rifiuti pericolosi fuori dalla Calabria ci sono. Il Comitato ‘Fuori i veleni. Crotone vuole vivere’: “Colpo di scena. Persi cinque anni di tempo”

“‘Gli impianti autorizzati per smaltire i rifiuti pericolosi fuori dalla Calabria, ci sono’. A dichiararlo è la stessa Eni Rewind che in cinque anni ha omesso di avviare la bonifica sostenendo che non vi fossero impianti autorizzati a smaltire i veleni fuori dalla Calabria come imposto dal Provvedimento autorizzatorio unico regionale(Paur)”. E’ quanto si afferma in una nota del comitato “Fuori i veleni.Crotone vuole vivere”.

“Cinque anni persi – è detto ancora nella nota – che oggi avrebbero consegnato alla città ciò che gli spetta di diritto: un ambiente più sano. Cinque anni senza che nessuno degli Enti locali preposti tra Comune, Provincia e Regione denunciasse lo stallo di Eni Rewind. Né un sollecito, né una diffida, né una denuncia da parte del Comune di Crotone, della Provincia di Crotone e della Regione che sono rimasti inermi ed in religioso silenzio. Anzi, paradossalmente, hanno reagito in contrapposizione al ‘Comitato fuori i veleni’, invece di mettersi alla testa di questa battaglia”.

“Il Comitato si è battuto – riporta ancora la nota – sin dalla sua nascita per contrastare ogni tentativo di raggirare il Piano di bonifica. Le sue iniziative sono state molteplici e costanti ed hanno finora contribuito ad impedire operazioni ingannevoli per la città di Crotone e per la popolazione. Senza le iniziative e le denunce pubbliche del ‘Comitato’ sarebbe passata nel silenzio una operazione ingannevole ed affaristica colossale e Crotone condannata ad essere per sempre città dei veleni. Non sono mancati e non mancano tentativi di intorbidire le acque e di discreditare il ‘Comitato’ il cui ruolo evidentemente non era nelle previsioni di quanti pensavano di poter agire indisturbati alle spalle della popolazione per far prevalere gli interessi della grande multinazionale. Eni Rewind deve avviare subito la bonifica nel rispetto della legge ora che viene fuori, anzi si conferma quanto sostenuto dal ‘Comitato’ sin dall’inizio, ovvero che ci sono almeno dieci discariche potenzialmente compatibili con le esigenze del progetto di bonifica ubicate in Svezia, Germania, Austria, Finlandia”.

“Su quanto si è verificato in questi mesi – sottolineano i componenti del Comitato – si impone una riflessione per tutti: nessuno escluso. In primo luogo per il Commissario alla bonifica, Errigo, persona per bene come anche la sua storia testimonia, il cui ruolo abbiamo sempre ritenuto importante e le cui posizioni, seppur non condivisibili, abbiamo rispettato. Il dubbio che si sia volutamente rappresentato un quadro di difficoltà insormontabile, ad avere e trovare discariche ed impianti autorizzati a smaltire i veleni in Italia e/o all’estero oggi trova conferma e dà ragione a quanto da noi sostenuto”.

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