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Nel 2001 due “lupare bianche” nell’Alto Ionio Cosentino, identificati i responsabili: chi sono i tre arrestati

I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di tre persone in relazione a due “lupare bianche” risalenti al 2001 nell’area dell’Alto Ionio cosentino e collegate a contesti di ‘ ndrangheta.

I provvedimenti restrittivi, emessi dal Gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda, sono stati eseguiti dai militari del Ros e del Comando provinciale di Cosenza, con il supporto di quelli del Comando provinciale di Crotone. Le due “lupare bianche” delle quali sono stati identificati a distanza di 22 anni, grazie all’apporto di alcuni collaboratori di giustizia, i presunti responsabili, hanno avuto come vittime Andrea Sacchetti e Salvatore Di Cicco, scomparsi, e mai più ritrovati, rispettivamente , il 6 febbraio ed il primo settembre del 2001.

Le tre persone arrestate per le due “lupare bianche” risalenti al 2001 sono Rocco Azzaro, di 69 anni, di Corigliano Rossano, e Giuseppe Nicastri e Giuseppe Spagnolo, di 74 e 54 anni, entrambi di Cirò. Spagnolo era già detenuto nel carcere di Saluzzo (Cuneo), mentre Azzaro e Nicastri erano liberi.

Le indagini e gli approfondimenti effettuati dai carabinieri hanno consentito di riscontrare le dichiarazioni dei “pentiti” secondo le quali i due omicidi sarebbero maturati, è detto in una nota stampa, “nel contesto degli equilibri tra cosche di ‘ ndrangheta , all’epoca operanti nel territorio di Rossano e Corigliano Calabro, ricostruendone, a livello indiziario e cautelare, anche se i procedimenti pendono ancora nella fase delle indagini preliminari e necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, la dinamica e la causale”.

In particolare, riguardo l’ omicidio di Salvatore Di Cicco, avvenuto a Crucoli, in provincia di Crotone , i carabinieri hanno ricostruito il movente, “maturato – si aggiunge nella nota stampa – nel contesto mafioso della sibaritide, in un sistema di alleanze tra sodalizi operanti sull’area ionica cosentina , con l’avallo dell’articolazione di ‘ndrangheta di Cirò, il cosiddetto ‘Crimine di Cirò, diretto all’epoca dalla cosca egemone Farao-Marincola”. L’omicidio fu eseguito nella stessa data della scomparsa. Condotto a Crucoli con un pretesto, Di Cicco fu ucciso con alcuni colpi di arma da fuoco ed il suo cadavere occultato. La scomparsa ed il successivo assassinio a Rossano, nel Cosentino, di Andrea Sacchetti, sarebbero invece da ricondurre al controllo del traffico di sostanze stupefacenti. L’omicidio fu messo in atto, anche in questo caso, lo stesso giorno della scomparsa, all’interno di un’azienda agricola, in cui la vittima fu portata con una scusa. Anche Sacchetti fu assassinato con colpi di arma da fuoco ed il suo corpo fatto sparire.

 

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