“Apprendiamo dalla stampa locale che l’azienda ospedaliere cosentina ha reso pubblico un avviso per la ricerca di un ginecologo non obiettore, così da garantire, almeno un giorno a settimana, così come succedeva prima delle dimissioni del Dottor Cariati, la procedura abortiva”. È quanto scrivono in una nota Angelica Perrone, Responsabile Sanità Donne e Genere di Rifondazione Comunista Calabria, e Francesco Saccomanno, Segretario provinciale Rifondazione Comunista Cosenza.
“Apprendiamo inoltre che l’assunzione verrà effettuata con contratto libero professionale. Si cerca quindi di correre ai ripari, di mettere, come si suol dire, una “pezza”; tutto questo però ci sa di “contentino” e non di un vero e proprio intervento strutturale finalizzato a garantire la continuità di lungo periodo che invece necessita per tale situazione: cosa che – aggiungono – può avvenire solo con una adeguata dotazione di personale sanitario al fine di poter far fronte a qualsiasi tipo di emergenza”.
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“Per questo, a nostro avviso, il problema non si può e non si deve considerare risolto, soprattutto fino a quando l’Azienda sanitaria e l’Azienda Ospedaliera non saranno in grado di assicurare la distribuzione della RU 486 che risulta carente già dal novembre dello scorso anno. Per cui, anche l’approccio farmacologico alla interruzione di gravidanza – proseguono – non è pienamente garantito nella nostra provincia. Continueremo a difendere il diritto all’autodeterminazione delle donne, ché i diritti sono una cosa seria e come tali vanno trattati”.
“Lo ripetiamo con forza, non basta indignarci per quello che succede altrove e poi girarci dall’altra parte quando le cose succedono a casa nostra; non possiamo stare a guardare quando viene meno il diritto di una donna, perché quella donna, siamo tutte e tutti noi, ad ogni latitudine, in qualsiasi parte del mondo. Così come ci hanno insegnato le donne e le attiviste venute prima di noi”, concludono la nota.