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Le assegnazioni “parallele” delle case popolari a Catanzaro: mazzette a pubblici ufficiali in cambio di alloggi

Soldi a pubblici ufficiali per ottenere alloggi popolari a Catanzaro. E’ quanto ipotizzato dagli agenti della Digos della Questura e dai militari del comando provinciale Carabinieri del capoluogo calabrese che, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un provvedimento cautelare, emesso dal Gip nei confronti di 8 indagati, 2 dei quali in carcere e 6 agli arresti domiciliari. Associazione finalizzata alla commissione di falsi materiali e ideologici commessi da pubblico ufficiale in atti pubblici, corruzione, concussione e omissione di atti d’ufficio, nonche’ induzione indebita a dare o promettere utilita’, tentato peculato, tentata truffa aggravata, invasione di terreni o edifici i reati ipotizzati a vario titolo.

Fra gli arrestati Sergio Costanzo (FI), consigliere comunale d’opposizione e l’ex dirigente dell’Aterp (e non del Comune come si era appreso in un primo momento) Vincenzo Celi. Le ipotesi di reato di corruzione e concussione hanno interessato la gestione dell’assegnazione delle case popolari in seno all’azienda per l’edilizia popolare di Catanzaro in danno anche di famiglie bisognose.

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L’attivita’ investigativa (che si e’ avvalsa di attivita’ tecniche, intercettazioni telefoniche ed ambientali, videoriprese, assunzione di sommarie informazioni ed acquisizione documentale), coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, avrebbe consentito di delineare l’esistenza e l’operativita’ di un’associazione per delinquere che svolgeva una attivita’ di assegnazione “parallela” delle case popolari in cambio di utilita’ economiche da parte dei soggetti assegnatari degli immobili, i quali, in alcuni casi, avrebbero proposto ai pubblici ufficiali una somma di denaro per ottenere l’assegnazione dell’immobile, in altri casi – piu’ frequenti – sarebbero stati costretti a soccombere alle richieste di soldi o altre utilita’ da parte dei pubblici ufficiali. Il modus operandi da parte dei componenti dell’organizzazione, di cui sarebbe promotore un altro degli arrestati, il cittadino rom Domenico Bevilacqua, secodo l’accusa, consisteva nella sistematica violazione della legge regionale istitutiva dell’Ente e che ne regola il funzionamento, al fine di aggirare la procedura ordinaria di assegnazione degli immobili che non spetta all’Aterp, ente che ha il solo compito di gestire gli immobili, renderli fruibili alle persone e comunicare eventuali occupazioni abusive o immobili lasciati liberi dagli assegnatari affinche’ si provveda a loro utilizzo pubblico.

L’ente titolato in tal senso, ai sensi della legge regionale 32/96, e’ il Comune che, in base a una graduatoria pubblica, assegna gli alloggi man mano che si rendono vacanti in base alla comunicazione dell’Aterp. L’amministratore locale coinvolto, seppur privo di ruoli in seno all’Aterp, in virtu’ di consolidate amicizie con i funzionari di quell’Ente, fungeva da raccordo tra cittadini che miravano ad ottenere o mantenere posizioni alloggiative, in violazione della legge, e i dipendenti dell’azienda territoriale.

L’inchiesta coinvolge, oltre a dirigenti dell’Aterp, anche due vigili urbani.

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