Cittadini, associazioni, studenti, autorità civili, militari e religiose, in tantissimi hanno preso parte alla cerimonia organizzata dall’Amministrazione Comunale per celebrare i 50 anni della città di Soverato. Un anniversario storico “ancorati alle nostre radici con uno sguardo al futuro”, come recita lo slogan scelto per la circostanza. Ad aprire la manifestazione al teatro comunale, presentata dal giornalista Pietro Melia, è stato il sindaco della città Daniele Vacca che, con un misto di emozione e di orgoglio, rivolgendosi ai numerosi presenti, ha definito questa ricorrenza «un’occasione preziosa per riflettere sulla nostra identità e sulle sfide che ci attendono». Tra gli autorevoli interventi anche quello del sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno Wanda Ferro, del procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio, dell’ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian nella Repubblica Italiana Rashad Aslanov, dell’Ispettore meridionale dei Salesiani Gianpaolo Roma e dell’Ispettrice meridionale delle Figlie di Maria Ausiliatrice Ivana Milesi.
«Cinquant’anni fa, il riconoscimento di Soverato come Città, ottenuto dall’indimenticabile sindaco Antonino Calabretta, rappresentò un tributo al nostro passato, al lavoro instancabile di chi ci ha preceduto, ai valori e alle tradizioni che hanno plasmato la nostra comunità. Da allora – ha sottolineato Vacca – Soverato ha continuato a crescere, a cambiare, a guardare al domani con forza e determinazione, mantenendo però intatta la sua anima, radicata nella bellezza del nostro territorio, nella forza delle nostre famiglie e nella ricchezza del nostro mare, che non è solo una risorsa, ma una parte fondamentale della nostra storia».
Momento particolarmente emozionante quello dedicato alla proiezione del video realizzato con il contributo dei sindaci che negli ultimi 50 anni con il loro operato hanno favorito la crescita e lo sviluppo della città, tra tutti Antonino Calabretta al quale, come annunciato dal sindaco Vacca, sarà intitolato il lungomare cittadino.