«Non è il momento di fomentare divisioni assecondando pruriti campanilistici risolti, ormai, più di cinquant’anni fa. Sbaglia, e di grosso, il candidato sindaco di Catanzaro, Valerio Donato, se intende improntare la propria campagna elettorale sulla “boutade” di voler portare la sede del Consiglio regionale, stabilmente e giuridicamente riconosciuta a Reggio Calabria, nella città che oggi è sede della giunta calabrese». Il gruppo comunale de La Svolta, con i consiglieri Carmelo Romeo e Massimiliano Merenda, replica alla recente sortita dell’esponente politico catanzarese rispedendo al mittente quella che considerano «una grave provocazione tesa esclusivamente a racimolare un voto in più a dispetto di una stabilità territoriale costruita con fatica ed il sacrificio di migliaia di cittadini e cittadine reggini che hanno pagato un conto altissimo per l’inusitata scelta, nell’ormai lontano 1970, di spostare il capoluogo regionale a Catanzaro».
«E’ grave, oltreché inutile e pericoloso – aggiunge – tornare a parlare di qualcosa che il tempo, le circostanze e la politica hanno definitivamente risolto con buona pace di chi, ancora, si ostina ad affermare il contrario. Il candidato Donato, piuttosto, dovrebbe uscire dalla trance agonistica elettorale ed affrontare la competizione con maggiore lucidità e saggezza».
«Reggio Calabria – continua il gruppo – oltre alla sua storia millenaria che la riconosce come la più grande ed importante realtà della regione ed alla più recente inquadratura costituzionale che la inserisce fra 14 Città Metropolitane d’Italia, è sede di Consiglio regionale non per particolari congetture astrali o gentili concessioni. Il riconoscimento, infatti, è frutto di una profonda mediazione fra le cariche più alte del Paese a seguito di una sanguinosa rivolta popolare e di riforma ancora adesso percepita, dalla stragrande maggioranza della popolazione, fortemente iniqua e penalizzante per il territorio reggino. Il Capogruppo del Pd Nicola Irto invece ha posto un problema serio e sul quale è necessario aprire una riflessione. Brandire, piuttosto, il falso mito populista dei “costi della politica”, come ha fatto Donato, è segno di debolezza di contenuti e scarsa conoscenza della storia. Purtroppo, gli sprechi, lo hanno ben descritto le cronache, si annidano in altri e più tortuosi anfratti».
«La speranza – conclude lo schieramento presente a Palazzo San Giorgio – è che ci si scrolli di dosso, definitivamente, argomenti polverosi e stantii per concentrarsi ad affrontare una campagna elettorale che possa parlare ai catanzaresi nel solo e ed esclusivo interesse di una cittadinanza che aspetta un vero cambiamento. Prestigiatori, saltimbanchi e illusionisti non hanno mai fatto il bene delle comunità se non nel regalare piccoli momenti d’ilarità».