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Richichi (Pd) sul caso Ranucci: “Difendere i giornalisti significa difendere la democrazia”

“L’attentato contro Sigfrido Ranucci, simbolo di un giornalismo d’inchiesta coraggioso e libero, ha generato un’ondata di sgomento e di paura nell’intera categoria. Non si tratta solo di un episodio di violenza fisica, ma di un messaggio inquietante rivolto a tutti coloro che scelgono di indagare e raccontare la verità. In molti, tra i colleghi, si saranno chiesti se valga ancora la pena rischiare la propria vita per denunciare corruzione, malaffare e abusi di potere. Quanti avranno riflettuto sul prezzo altissimo che comporta l’esercizio della libertà di stampa, pensando ai propri affetti, alla propria sicurezza e a quella delle proprie famiglie? E quanti, pur animati da spirito di servizio e senso civico, avranno vacillato di fronte al pensiero di poter diventare bersaglio di minacce, violenze o campagne diffamatorie orchestrate da chi teme la verità?
Occorre sottolineare con forza che le querele e le azioni legali intentate contro i giornalisti da parte di esponenti del potere politico — siano essi membri del governo o del Parlamento — rappresentano una grave minaccia per la libertà di stampa e, più in generale, per la salute democratica del Paese. Tali iniziative, spesso utilizzate come strumenti di intimidazione, finiscono per colpire in modo sproporzionato i giornalisti indipendenti o quelli che lavorano in redazioni minori, privi di grandi risorse economiche o del sostegno di potenti gruppi editoriali. Di fronte alla potenza di fuoco di chi detiene il potere politico e dispone di mezzi economici e legali notevoli, molti cronisti rischiano di sentirsi soli, esposti e vulnerabili. A rendere il quadro ancora più preoccupante vi è la percezione, diffusa e in parte fondata, che la magistratura — pur nella sua autonomia — mantenga legami di contiguità con la politica, creando così un cortocircuito tra poteri dello Stato che mina la fiducia nell’imparzialità della giustizia.
In questo clima di tensione e sfiducia, il giornalismo italiano asta attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia recente. Le querele temerarie, le cause milionarie e le pressioni politiche sono diventate strumenti quotidiani per frenare la libertà di informazione e scoraggiare l’inchiesta. Quando persino figure istituzionali di primo piano, reagiscono con durezza o minaccia di azioni legali contro giornalisti e trasmissioni scomode, si crea un clima intimidatorio che scoraggia il dibattito pubblico e impoverisce la democrazia.
Il ruolo del giornalista, invece, è proprio quello di vigilare, di controllare il potere e di indurlo a rendere conto ai cittadini delle sue azioni. Un Paese che non tutela i suoi cronisti, che non protegge chi racconta i fatti con onestà e coraggio, è un Paese che rischia di perdere il suo diritto alla verità. Ed è proprio in questi momenti, di paura e silenzio, che il valore della libertà di stampa deve essere ribadito con maggiore forza, perché senza un’informazione libera e indipendente nessuna democrazia può dirsi veramente tale”.

Così, in una nota, Domenico Francesco Richichi (Direzione regionale PD).

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