“Lo abbiamo chiamato fin dal principio l’Affare Ponte, essendo certi che del ponte non avremmo visto nemmeno la prima pietra. Solo lo spreco di fiumi di soldi per tenere in piedi societa’, consulenti, amici di amici e propaganda. Abbiamo avvisato e ripetuto a tutti di fermarsi, di non alimentare una macchina mangia soldi che non avrebbe prodotto niente, perche’ chiare ed evidenti erano, fin dal principio, le forzature e la tracotanza di un iter procedimentale che non ha dato voce ai territori, ai cittadini, agli esperti. Il muro, enorme, con cui si e’ scontrato l’Affare Ponte si chiama Corte dei Conti, l’organo che per volonta’ della Costituzione controlla gli atti dello Stato e ne valuta preventivamente la conformita’ alla Legge. La notizia di ieri e’ che l’Ufficio Controllo della Corte che ha dovuto controllare la validita’ della delibera del Cipess (il comitato interministeriale presieduto da Giorgia Meloni che ha approvato il progetto definitivo del Ponte) ha ritenuto, nonostante i chiarimenti richiesti nelle scorse settimane, di non poter consentire la registrazione dell’atto e lo ha trasmesso alla Sezione Centrale che si pronuncera’ a seguito dell’udienza del prossimo 29 ottobre. I magistrati contabili avrebbero evidenziato pareri mancanti, iter ambientale da integrare, coperture da validare, istruttoria documentale da rafforzare. Insomma, un progetto che non sta in piedi e che e’ arrivato alla resa dei conti. I nervosismi della maggioranza in queste ore certificano un fatto: la posizione ideologica non era la nostra, ma la loro”.
Lo scrive in un post su Facebook la senatrice Barbara Floridia (M5s), presidente della commissione di Vigilanza Rai. “La nostra contrarieta’ all’opera era frutto di criticita’ evidenti: fattuali, economiche, legali, tecniche, che adesso stanno venendo a galla. Sperando che questa storia assurda si chiuda al piu’ presto con la decisione finale della Corte dei Conti che neghera’ il visto per la registrazione della delibera del Cipess, dovra’ pero’ chiarirsi che, se cosi’ accadra’, non si e’ trattato di un gioco. Montagne di soldi sono state gia’ spese in attivita’ inutili, fondi importantissimi per la Sicilia e la Calabria sono stati scippati senza motivo con danni incalcolabili e i cittadini sono stati presi in giro. La responsabilita’ e’ politica ed e’ chiara, e dovra’ avere una ovvia conseguenza. Salvini si dovra’ dimettere”, aggiunge l’esponente M5s.
