Ventisei rinvii a giudizio e 22 condanne in abbreviato con pene che vanno da un anno e dieci a mesi a 14 anni, per un totale di circa 140 anni. E’ la sentenza emessa dal gup di Roma nell’ambito del procedimento nato dall’operazione condotta dalla Dia e coordinata dalla Dda capitolina di Roma che lo scorso luglio ha scoperchiato un sistema di riciclaggio legato alla criminalità organizzata.
Il giudice ha condannato tra gli altri a 8 anni Antonio Nicoletti, figlio dell’ex ‘cassiere’ della Banda della Magliana Enrico Nicoletti mentre ha rinviato a giudizio il figlio del boss Michele Senese detto ‘O Pazz’, Vincenzo. La condanna più alta, a 14 anni, è andata a Daniele Muscariello, produttore cinematografico già coinvolto in vicende giudiziarie legate alla criminalità organizzata.
Le accuse contestate dal pm Francesco Cascini a vario titolo e a seconda delle posizioni sono di associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa, finalizzata a commettere reati di estorsione, usura, armi, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego in attività economiche di proventi illeciti, aggravati dalla finalità di aver agevolato clan di camorra, tra cui Senese e le cosche della ‘ndrangheta. Dall’indagine, avviata nel 2018 dalla Direzione Investigativa Antimafia, con il coordinamento della Dda, era emersa l’esistenza di due associazioni per delinquere che attraverso una strategia di sommersione riciclavano ingenti profitti, infiltrando progressivamente attività imprenditoriali in apparenza legali in molteplici campi come la cinematografia, l’edilizia, la logistica, il commercio di auto e di idrocarburi.
Secondo l’accusa, avvalendosi della partecipazione di numerosi soggetti appartenenti agli ambienti della criminalità autoctona romana e di matrice camorristica, sarebbe stata creata una complessa rete di società ‘cartiere’ intestate a prestanome attraverso le quali riciclare ingentissime somme di denaro proveniente dai clan campani. In questo contesto era emersa la figura del produttore cinematografico Daniele Muscariello nella veste di fiduciario dei clan.