La notizia del sequestro, in tutta Italia, degli autovelox T-Exspeed v.2.0 ha destato clamore e interesse fra i tanti automobilisti oggetto di sanzioni per limiti di velocità, tante volte anche per 1 solo km/h, che in queste ore si stanno rivolgendo agli sportelli di Federconsumatori. Stante le risultanze del sequestro disposto dal Gip di Cosenza, il sistema di rilevamento delle violazioni della velocità effettuate con tale strumentazione – si legge nel comunicato stampa dell’associazione risulta illegittimo e per questo ha disposto il sequestro preventivo di tali dispositivi installati lungo le statali 106, 107 e la provinciale 234.
Gli accertamenti effettuati nel corso delle indagini da cui si evince il reato di frode per forniture pubbliche, hanno consentito di appurare, oltre la loro mancata omologazione, anche la mancata consegna del prototipo del sistema di rilevamento. Il sequestro riguarda gli autovelox dello stesso tipo presenti su tutto il territorio nazionale, in particolare risultano interessati i comuni di: Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini, San Martino in Pensilis.
Per le multe accertate tramite gli autovelox oggetto di sequestro, i cittadini che non hanno ancora pagato le sanzioni potranno chiedere lo sgravio in via amministrativa o fare ricorso per l’annullamento delle stesse secondo i termini di legge. Chi invece ha pagato la sanzione potrà provare a chiedere l’eventuale rimborso, sul presupposto dell’accertata successiva illegittimità del rilevamento dell’infrazione. Il primo passo da compiere, infatti, è fare istanza di accesso gli atti al Comune competente, per verificare l’omologazione dell’autovelox.
Una volta accertata la mancata omologazione, si potrà fare ricorso, entro 60 giorni dalla notifica del verbale al Prefetto, oppure entro 30 giorni al Giudice di Pace. In ogni caso i cittadini coinvolti possono rivolgersi ai nostri sportelli per ottenere informazioni, indicazioni e assistenza.
Oltre, alla beffa, c’è anche il danno erariale considerato che nel caso in cui ai cittadini venga riconosciuto l’annullamento della sanzione o la restituzione delle somme indebitamente versate, dovranno essere i Comuni (a cui le società private hanno dato in noleggio la strumentazione per la misurazione della velocità) a dover rimborsare gli utenti. Ragion per cui, la Polizia stradale di Cosenza ha deferito in stato di libertà il legale rappresentante della società appaltatrice per il reato di frode nella pubblica fornitura.
Mimma Iannello Presidente Federconsumatori Calabria Aps:
“Come associazione promuoviamo il rispetto delle leggi e quindi, anche del codice della strada. Non si può però fare a meno di denunciare, alla luce delle determinazioni del Gip di Cosenza, e di sequestri passati, che gli automobilisti sono spesso vittima di un sistema di controlli che in molti casi viola esso stesso le leggi, come i tanti autovelox disseminati lungo le strade della regione, già insicure di loro, non omologati ed evidentemente installati con l’unico scopo di fare cassa, atteso che, non si conosce come vengano reinvestiti in sicurezza stradale parte dei proventi delle sanzioni comminate agli automobilisti.
Apprendere solo a distanza di anni che molta della strumentazione utilizzata per vigilare sul rispetto dei limiti di velocità risulta non omologata, aumenta la frustrazione dei tanti automobilisti che hanno pagato multe illegittime e peraltro, su strade lente e insicure dov’è diventato impossibile concentrarsi alla guida perché disseminate di pericoli ed autovelox, legittimi ed illegittimi che siano.
Alla luce di quanto emerso, invitiamo gli automobilisti interessati a rivolgersi ai nostri sportelli per ricevere maggiori informazioni e sollecitiamo agli organi competenti controlli sull’appropriatezza degli autovelox installati sulle strade di tutta la regione e la previsione di adeguati investimenti per la sicurezza stradale.”