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Truffa milionaria sulle mascherine Covid, l’assessore Minenna risponde al gip e nega l’accusa di corruzione

Interrogatorio di garanzia, questo pomeriggio, a Forlì, per Marcello Minenna, ex assessore della giunta Raggi, ex direttore dell’Agenzia delle Dogane e assessore con Occhiuto in Calabria, che si trova agli arresti domiciliari dallo scorso giovedì.

Minenna, che ha risposto alle domande del Gip e del pm, è stato arrestato nell’ambito dell’indagine su una truffa milionaria sulle mascherine nei primi giorni del Covid, un traffico di influenze e di scambi di favori che hanno portato la procura di Forlì e la Dda di Bologna a indagare 34 persone, accusate a vario titolo di diversi reati, tra cui appunto truffa aggravata e corruzione.

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Secondo i magistrati tra Minenna e l’ex parlamentare leghista e imprenditore, Gianluca Pini (che si trova in carcere), ci sarebbe stato un ‘pactum sceleris’, un vero patto con scambio di favori: Pini aveva promesso a Minenna di accreditarlo all’interno della Lega in modo che venisse considerato un uomo di quel partito e gli prometteva la conferma della nomina a direttore dell’Agenzia delle Dogane a seguito del cambio del governo. Minenna, sostengono i magistrati, “accettava le promesse in cambio dell’asservimento della sua funzione pubblica”, in particolare “alle richieste di Pini in occasione di importazione di merci” fra cui le mascherine al centro dell’inchiesta.

“Minenna ha risposto a tutte le domande del Gip e del pm – ha spiegato l’avvocato Gianluca Tognozzi, che insieme al collega Roberto d’Atri assiste l’ex direttore delle Dogane – chiarendo tutto e respingendo ogni addebito. Ricordo che è accusato di un solo episodio di corruzione, essersi adoperato in favore di Pini per sbloccare una sua fornitura di mascherine ferme alla dogana di Milano in cambio di una entratura nel partito. Abbiamo formulato una richiesta di revoca della misura, ma il giudice si è riservato”.

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