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La SS106 si conferma la “strada della morte”: 205 vittime in 10 anni

di Gaia Serena Ferrara –

Le sorelle Valentina e Teresa Fiore, 21 e 25 anni; Matteo Battaglia, di Sellia Marina, bambino di pochi anni travolto da un’auto mentre sostava di fronte al negozio del nonno; Lorena Lopilato, Pasquale Papaleo, Vittoria Lopilato Francesca Bressi i 4 ragazzi di Badolato che persero la vita a Santa Caterina; Roberto Santini, Rosanna Sarvielli, Marco Santini due genitori e un figlio morti a Villapiana; Grazia Cittadino di 6 anni, la più giovane vittima della SS106 in questi ultimi 10 anni; Domenico Spinella; Antonio Caligiuri; Federica Princi 24 anni scomparsa nel 2022 dopo un anno di coma.

 

Sono solo alcuni dei tanti nomi e delle numerose storie che si celano dietro gli impressionanti e allarmanti numeri che sono stati resi noti oggi nel Rapporto decennale dell’Associazione Basta vittime sulla SS106.

 

Si tratta di 205 vittime in 10 anni (dal 2013 ad oggi), ed è a loro, alla loro memoria, alla loro tragica scomparsa e al dolore delle loro famiglie che questa giornata è stata dedicata.

 

Un momento di profonda umanità e solidarietà che ha visto la partecipazione congiunta dei familiari di alcune vittime, fra cui lo stesso presidente dell’Associazione Leonardo Caligiuri che ha perso suo padre in un incidente sulla SS106, e al contempo un’importante occasione di riflessione e di presa di coscienza in relazione a quella che a tutti gli effetti è una piaga sociale per la Calabria intera.

 

Non è casuale che la problematica abbia raggiunto l’agenda dell’attuale governo Meloni che ha infatti, attraverso l’iniziativa e l’insistenza del senatore Ernesto Rapani, previsto la destinazione di circa 3 miliardi di euro da investire in interventi di messa in sicurezza, manutenzione e ammodernamento della statale.

 

Numerose, allarmanti, quasi grottesche sono state le criticità evidenziate all’interno del Rapporto che è stato illustrato stamattina a Catanzaro dal Presidente dell’Associazione Basta Vittime sulla SS106 Leonardo Caligiuri e dal Responsabile del Comitato Scientifico Fabio Pugliese.

 

 

Un immenso costo sociale è il primo fondamentale dettaglio ad emergere: le categorie più a rischio sono quasi ai poli estremi, i più giovani e i più anziani sono le vittime più frequenti.

“Io stesso ho perso mio padre sulla 106 – afferma il presidente Caligiuri – e posso dire in prima persona che il danno di perdere un familiare non ha cifre”.

Eppure alcune di queste cifre riportate nel Rapporto risultano essere indicative di un trend allarmante a cui è doveroso porre rimedio. Nello specifico, lo studio compiuto dall’Associazione si concentra sul quantificare le vittime ma soprattutto sull’indicare le tratte che, in concomitanza con l’aumento del traffico e in relazione ai diversi periodi dell’anno, risultano essere maggiormente letali e che registrano maggiori criticità.

Oltre a questo, tuttavia, si evidenzia come a concorrere alle dinamiche degli incidenti stradali sia anche (se non soprattutto) una condotta spesso irresponsabile e spregiudicata degli automobilisti, condotta che mal si sposa con le condizioni infrastrutturali della Statale stessa.

 

I punti più critici si possono sintetizzare in 4 concetti chiave: una strada inadatta ai volumi di traffico, le pessime condizioni della strada stessa, l’assenza di interventi di messa in sicurezza nei punti più pericolosi e la carenza di controlli da parte delle forze dell’ordine.

 

Nonostante nel rapporto sia stato possibile anche stimare approssimativamente l’entità dei danni economici (che ammontano a circa 308 miliardi nell’ultimo decennio), a sconcertare e sconfortare sono le realtà umane dietro i dati, dietro i numeri.

 

“La mia testimonianza oggi serve proprio a questo, a ricordare che queste tragedie segnano la vita di qualcuno, che aldilà delle cifre c’è una storia, un primo amore, dei sogni, delle aspettative, ma a fare più rabbia è il pensiero che alcune di queste vite perse potevano essere salvate” ha affermato nel suo intervento Giusy Spinella, presidente dell’Associazione Domenico Spinella, che tanti anni fa perdeva suo fratello sulla SS106.

 

“Ci dicono sempre che in quanto giovani dovremmo essere noi a prendere atto delle cose per iniziare a cambiarle, ma se la politica non ci sostiene e non dimostra alcun interesse, queste parole restano lettera morta”. Hanno proseguito congiuntamente Caligiuri e Pugliese, i quali si sono detti profondamente delusi e amareggiati nel constatare l’assenza delle personalità istituzionali che erano state invitate a partecipare all’incontro di oggi.

“Abbiamo invitato 72 sindaci, quelli dei comuni maggiormente interessati perché attraversati dalla 106. Di questi nessuno ha risposto, nessuno si è interessato”.

 

Presente, infatti, soltanto il consigliere regionale Molinari il quale è stato ripetutamente ringraziato da parte degli organizzatori. Eppure si tratta di una di quelle tematiche che, in periodo di campagna elettorale, ognuno tende a rispolverare e a fare sua richiamando un’attenzione sull’argomento che non è mai effettiva, mai sostanziale ma sempre e solo formale.

Tra le grandi assenze, in questo senso, a pesare di più indubbiamente quella del sindaco Nicola Fiorita: “La sua mancata presenza incide e dice moltissimo” sostiene il presidente Caligiuri “perché avere a cuore questa tematica significa dimostrare di avere a cuore i propri cittadini”.

E a tal riguardo l’Associazione Basta vittime ha concluso presentando un insieme di proposte che si ritengono essenziali affinchè gli interventi e gli investimenti destinati alla Statale 106 (la strada della morte) non restino privi di efficacia.

Fra queste istanze rientra innanzitutto la rimozione dell’attuale dirigenza della Struttura territoriale di Anas in Calabria per manifesta e conclamata incapacità. In secondo luogo, la già più volte citata messa in sicurezza dell’intero tracciato della statale e infine, ma non meno importante, la necessità imprescindibile di vincolare i 3 miliardi di euro nella legge di bilancio attraverso una Delibera CIPESS.

Indubbiamente, all’impegno istituzionale e agli investimenti economici e infrastrutturali deve necessariamente corrispondere una maggiore prudenza e senso responsabilità da parte dei cittadini nel rispetto del codice della strada. E, ancor di più, sarebbe opportuno affrontare l’argomento al di là della facile retorica che spesso aleggia sul tema senza attendere il prossimo rapporto decennale per passare all’azione.

 

 

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