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[I RISULTATI] L’Italia svolta a destra, vince Giorgia Meloni su avversari e alleati: si avvia ad essere primo premier donna del Paese

Vince Fratelli d’Italia, vince Giorgia Meloni. L’Italia svolta a destra consegnando alle urne un dato solido, quando ormai siamo ben oltre la metà delle sezioni scrutinate: 43,7% per la coalizione di centrodestra e 26% per il partito con la fiamma tricolore.

Con ogni probabilità, Meloni riceverà l’incarico da Mattarella, per poi diventare il primo Presidente del Consiglio dei Ministri donna della storia d’Italia.

L’altro dato concreto è quello relativo al crescente astensionismo. L’affluenza, al di sotto del 64% a livello nazionale (-9% circa rispetto alle Politiche del 2018), con picchi record in regioni come la Calabria, dove sostanzialmente la metà degli aventi diritto al voto non si è recata alle urne, fa suonare un nuovo campanello d’allarme sullo stato di salute della partecipazione democratica.

Il centrodestra avrà una importante impronta conservatrice con FdI a doppia cifra e gli altri alleati sotto il 10%, che comunque saranno indispensabili per avere la maggioranza utile a governare. Meloni ha raccolto i frutti raccolti dalla sponda di una opposizione coerente, dal punto vista del posizionamento, nei due Governi Conte (gialloverde e giallorosso) e poi in quello delle larghissime intese. Poi, la consueta unità elettorale li ha portati a colorare la quasi totalità del Paese di blu: negli uninominali, difatti, non c’è stata storia, fatta eccezione per alcuni collegi al Sud, contesi dal Movimento 5 Stelle, e qualche altro in Emilia-Romagna andato al centrosinistra.

Ma la vittoria della coalizione, tuttavia, non chiude la porta a serie riflessioni che andranno fatte in casa Lega. Il Carroccio targato Matteo Salvini, dopo aver toccato vette di consenso importanti, in queste consultazioni è sprofondato all’8,7% (contro il 17% del 2018), ben al di sotto anche delle iniziali aspettative che, tra l’altro, non apparivano rosee. Risultato simile per Forza Italia, che però può leggere il proprio 8,1% con sollievo. Il partito di Berlusconi ha confermato i buoni risultati in alcune regioni del Sud, Calabria compresa, ed è riuscito a non farsi scavalcare dal duo Renzi-Calenda, competitor dell’area moderata.

La federazione Italia Viva-Azione, nata dopo la rottura di Calenda col Pd, si proponeva come Terzo Polo, ma ha dovuto ridimensionare i propri piani, non andando oltre il 7,8%.

Chi può vedere il bicchiere mezzo pieno è il Movimento 5 Stelle con il suo 15% circa. La parte vuota del bicchiere è rappresentata proprio dalla metà dei voti persi per strada in questi anni di legislatura. Seppure ben lontani dall’exploit delle passate Politiche, quando ottennero il 32%, i pentastellati hanno comunque compiuto nelle ultime settimane una mini-rimonta. La campagna elettorale in solitaria e il nuovo corso guidato dall’ex premier Giuseppe Conte hanno dato nuova linfa al Movimento, che stando ai sondaggi di poco tempo fa non godeva certo di ottima salute. Oltre ad essere la terza forza in Parlamento, i pentastellati si confermano primo partito al Sud. Un “risultato significativo”, lo ha definito Conte, frutto delle misure di protezione sociale varate dal M5s nel corso di questi anni.

Né un passo avanti né uno indietro per il Partito Democratico, che vive sospeso al 19%. Un dato che conferma, solo percentualmente, quello della primavera 2018, ma che certamente non soddisfa Enrico Letta, il quale probabilmente sperava in ben altri numeri. Nell’analisi della sconfitta, rientrerà sicuramente la strategia del segretario dem e la girandola delle alleanze, quelle fatte, quelle saltate (con Calenda) e quelle mancate (con M5s). In poche parole, tutto ciò che non ha permesso di creare il cosiddetto campo largo, rimasto solo nelle intenzioni. Da registrare, all’interno dell’alleanza, il flop di “Impegno Civico” (0,6%) dell’ex capo politico cinquestelle Luigi Di Maio, il quale ha perso anche la sfida dell’uninominale in Campania: né lui né la sua creatura politica entreranno in Parlamento.

Ce la fa invece la federazione Sinistra-Verdi che raggiunge il 3,6%. Non ce la fa Emma Bonino con +Europa ottiene il 2,8%. Il risultato complessivo della coalizione di centrosinistra è del 26,5%.

Restano fuori dal Parlamento anche le forze antisistema di destra, Italexit di Paragone, e di sinistra, Unione Popolare di De Magistris.

“Quando questa notte sarà passata, noi dovremo ricordarci che noi siamo un punto di partenza. E’ da domani che noi dobbiamo dimostrare il nostro valore. Questo è il tempo della responsabilità. L’Italia ha scelto noi e noi non la tradiremo”, è stata la prima dichiarazione di Giorgia Meloni dopo il voto. Parole da futuro premier.

 

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