Un Anno Santo che, per la Chiesa di Lamezia, sia segnato da “una conversione totale e vera, affinché si possa compiere un esodo dal nostro io, uscire dai nostri individualismi per convertirci ad un’azione comunitaria. La gente se lo aspetta. C’è bisogno della conversione di tutti, di tutti noi come sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose e di riflesso per le nostre comunità parrocchiali. Il Signore possa concedere a ognuno di noi, in particolare in questo Anno Santo, la forza di essere costruttori di umanità nuova lavorando insieme a questo obiettivo, ognuno dalla propria parte e con le dovute distinzioni. Lavoriamo insieme a questo progetto perché l’umanità possa mostrarsi nella sua bellezza autentica, originaria”. Così il vescovo di Lamezia Terme mons. Serafino Parisi che in Cattedrale, alla presenza dei fedeli giunti da tutte le comunità parrocchiali della diocesi lametina, ha aperto l’Anno Giubilare nella chiesa di Lamezia Terme.
Ricordando le radici bibliche dell’Anno Giubilare come “tempo di liberazione e affrancamento da ogni forma di condizionamento e schiavitù”, il vescovo di Lamezia ha sottolineato la dimensione della libertà come “timbro della permanenza di Dio nella storia di ogni uomo e come sigillo della sua costante assistenza all’umanità. Insieme alla vita, Dio ha donato all’uomo la libertà che è principio di rinnovamento, che dev’essere sempre riconquistata”. Il Giubileo, dunque, è “un Anno di grazia in cui siamo chiamati a spezzare tutte le catene che ci incatenano a noi stessi o a quegli schemi mentali che apparentemente ci tranquillizzano e che invece devono essere rotti per entrare in un cammino di conversione, in un vero cambiamento di mentalità. Conversione significa cambiare mentalità, assumere la mentalità stessa di Dio che è accoglienza, tenerezza, premura. La metànoia è il cammino che ci porta verso il Padre misericordioso che ci attende, è trasformazione dei nostri atteggiamenti concreti che impediscono gli incontri con gli altri, le relazioni vere autentiche”. Da qui il senso del pellegrinaggio che “introduce dentro di noi un grande dinamismo di trasformazione, di conversione, di cambiamento di mentalità. Il pellegrinaggio è emblema dell’umanità che, all’interno della storia, si mette in cammino per tornare alla fonte della salvezza”.
Il vescovo Parisi ha ricordato che, come indicato dal cerimoniale dell’ Anno Giubilare, in Cattedrale è stata esposta una Croce. Nella Cattedrale di Lamezia, per tutto l’Anno Santo, sarà presente il crocifisso, risalente al ‘700, proveniente dall’antica cattedrale di Martirano Antico. “Questo Crocifisso – ha rimarcato il vescovo – ha attraversato le fasi tragiche della storia: i terremoti, le guerre, i vari sconvolgimenti. Esso ci ricorda che dentro le ferite della storia è possibile fare l’esperienza di Dio che è Padre ed è vicino, è presente e ci accompagna. In Gesù suo Figlio, Dio si è caricato sulle sue spalle il peso della Croce, l’ha portata al posto nostro per trasformare la Croce da strumento di morte in albero della vita”. E ha fatto di nuovo riferimento all’incidente in cui hanno perso la vita le giovanissime Anna e Maria, auspicando che “da questa tragedia possa scaturire la riflessione sul dono della vita, sulla responsabilità, un richiamo alle comunità a continuare ad abbracciare e a sostenere queste famiglie”.
“Viviamo questo Anno Santo nella piena disponibilità verso il Signore ad accogliere la misericordia di Dio che non manca mai, che non vede l’ora di entrare nella nostra vita per trasformarla – ha concluso Parisi – Docili alla tenerezza appassionata di Dio, possiamo essere noi coloro che rompono le catene delle nostre schiavitù e aiutano gli altri a tagliare quei lacci che ci rendono ancorati alla terra. Durante questo Anno Santo, possiamo davvero lavorare per fare in modo che ogni crocifisso, con una mano mancante o con il volto sfigurato, possa riconquistare attraverso il nostro servizio la bellezza originaria di quella umanità uscita dalle mani di Dio, perennemente innamorato di noi”.