Per la prima volta un unico volume, intitolato “La rosa nel bicchiere. Tutte le poesie” raccoglie tutta l’opera poetica di Franco Costabile, tra le voci piu’ alte della poesia del Novecento e troppo a lungo dimenticato, ingiustamente, dalla critica. Il volume in uscita per Rubbettino sara’ in libreria a partire dal 7 giugno. Originario di Sambiase, oggi quartiere di Lamezia Terme, Costabile, durante gli anni trascorsi a La Sapienza di Roma, fu allievo di Giuseppe Ungaretti con il quale instauro’ uno stretto legame di amicizia. L’edizione, arricchita dall’introduzione di Aldo Nove e da una nota biografica di Giovanni Mazzei, conta non solo le due raccolte pubblicate in vita dall’autore, Via degli Ulivi (1950) e La rosa nel bicchiere (1961), ma alcune poesie disperse che non avevano trovato collocazioni in volume o uscite su riviste e periodici.
Franco Costabile non era un poeta calabrese, ma un poeta. I drammi che afflissero la sua resa poetica non possono e non devono essere ascritti a un’identita’ territoriale o a un “indissolubile legame natale”. Aldo Nove, non a caso, nell’introduzione ricordera’ che pur prendendo “la Calabria come punto di vista” la poesia di Costabile “si sposta lungo l’asse di un intero continente ed oltre, fino a raccogliere nel proprio respiro preciso e affannoso l’intero mondo e i suoi prometeici errori di prospettiva”. Franco Costabile non puo’ neanche essere liquidato semplicemente come poeta ermetico: era un poeta libero e senza etichette perche’ etichetta non e’ puo’ mai essere sinonimo di identita’. Cio’ che spingeva Costabile a scrivere era un vento silenzioso intriso di drammaticita’, un respiro esperienziale di esistenze, prima, ed essenze poi, ma soprattutto l’urgenza del racconto, la premura di comporre.
Movimenti invisibili che guardano con riverenza ai versi di Ungaretti, anticipano in parte, con quel “ed io vivo / col sale del tu pianto” contenuto in Via degli ulivi, la tragicita’ del Passaggio di Enea e de Il Seme del piangere di Giorgio Caproni, di un uomo costretto a fare i conti con il passato e con la “classica resistenza a una modernita’ schiacciante” di una terra contraddittoria, amara, “infame”, reale. Di Giuseppe Ungaretti, legato a Costabile fino alla fine dei suoi giorni, sono i versi poi divenuti l’epitaffio del poeta calabrese incisi sulla lapide nel cimitero di Sambiase: “Con questo cuore troppo cantastorie” dicevi ponendo una rosa nel bicchiere e la rosa s’e’ spenta poco a poco come il tuo cuore, si e’ spenta per cantare una storia tragica per sempre (Giuseppe Ungaretti) Franco Costabile nacque a Sambiase nel 1924 e pose fine alla sua esistenza nel 1965 poco piu’ che quarantenne.
Completo’ gli studi classici presso il liceo Fiorentino di Nicastro e si laureo’ in Lettere a Roma dove fu allievo di Giuseppe Ungaretti. Nello stesso periodo si inserira’ in una cerchia di giovani intellettuali tra cui spiccano i nomi di Giorgio Bassani, Pietro Citati, Pier Paolo Pasolini. Apprezzato da illustri personalita’ della letteratura italiana del Novecento come Giorgio Caproni, Vittorio Sereni, Raffaello Brignetti, in vita ha pubblicato Via degli Ulivi (Quaderni di Ausonia) e La rosa nel bicchiere (Canesi). Il volume verra’ presentato in anteprima nazionale a Soveria Mannelli, all’agriturismo “La rosa nel bicchiere” il prossimo 7 giugno alle 17.30.