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Catanzaro e la mobilità sostenibile, Fiorita: “Un ciclo di incontri con l’ingegnere Bertuccio per promuovere partecipazione attiva dei cittadini al futuro del centro storico”

di Gaia Serena Ferrara- Quando si parla di mobilità sostenibile in una città decentrata, diffusa e policentrica, la scommessa risulta più alta rispetto ad altre realtà. In particolare, poi, se si tratta di un centro storico che rimane ancora isolato, com’è quello di Catanzaro, il tema della mobilità è un fattore chiave.

È stata questa la premessa del ciclo di incontri dedicato inaugurato oggi presso la Biblioteca comunale De Nobili, dal sindaco Fiorita e dall’ingegnere Lorenzo Bertuccio, con la partecipazione attiva dei cittadini. Nello specifico, si è trattato di una sorta di sondaggio partecipativo atto a definire nuove modalità di identificazione di obiettivi, strategie e azioni per valutare l’implementazione di un Piano definitivo per la mobilità sostenibile nel centro storico di Catanzaro.

Il presupposto di partenza, come ha spiegato lo stesso sindaco, ha a che fare con l’aver ritardato l’istituzione dell’isola pedonale permanente sul corso, prevista per il 1° maggio: “Qualche mese fa, insieme alla consigliera Palaia e altri esponenti dell’amministrazione, abbiamo deciso di rallentare il percorso che deve portare alla nascita dell’isola pedonale permanente per condividerlo insieme a tutti i soggetti che operano nel centro storico.”

“Volevamo e vogliamo essere davvero sicuri che il percorso di valorizzazione del centro storico che stavamo andando a implementare fosse il più virtuoso possibile, e per farlo ci siamo rivolti a qualcuno che fosse del mestiere” spiega Fiorita. L’ingegnere Lorenzo Bertuccio, che aveva già instaurato un rapporto con la precedente amministrazione, è stato infatti incaricato di ripensare al punto nodale rappresentato dalla mobilità sostenibile, e l’occasione di questi incontri è stata l’opportunità perfetta per dare vita a un processo partecipato che prendesse le mosse dall’ascolto di opinioni e idee della cittadinanza del capoluogo.

 

La modulazione e la realizzazione del percorso relativo alla mobilità sostenibile nel centro storico di Catanzaro non è argomento semplice, soprattutto perché la mobilità dev’essere poi messa in relazione e intersecata ai vari percorsi di riqualificazione e valorizzazione che la città necessita. E in questo senso i progetti e le iniziative non mancano: “Pensiamo al possibile incremento dell’utilizzo della funicolare – afferma Fiorita – all’avvio del progetto chiamato ‘siti logistici’, e tanti altri passaggi che necessitano di una riflessione collettiva e approfondita”.

Come anche l’ingegnere Bertuccio ha avuto modo di constatare, tuttavia, la partecipazione attiva della cittadinanza al percorso di rigenerazione del centro storico non è così automatica e scontata: fra associazioni di categoria, operatori della mobilità, esercenti commerciali e comuni cittadini, la partecipazione più intensa di oggi è stata quella dell’amministrazione comunale.

In particolare, l’ingegnere Bertuccio ha condotto l’incontro attraverso delle linee guida precise: si è innanzitutto constatata l’inesistenza a Catanzaro di quei servizi di car sharing o car pooling che sono già ampiamente affermati in altre città italiane, così come anche la scarsa percentuale di soggetti che ricorrono alla bici per i loro spostamenti. Nel 72% dei casi, è l’automobile il mezzo primario che viene utilizzato in città, con un 7% relativo al trasporto pubblico. “La mobilità condivisa – spiega Bertuccio – dovrebbe assumere sicuramente un ruolo più importante”.

È vero anche che, come continua a spiegare Bertuccio: “Nel nostro paese complessivamente ci sono molte più automobili che in ogni altro paese europeo, siamo il paese che possiede più automobili di tutti, rispetto ad una media di 546 auto ogni 1000 abitanti noi invece siamo su 670. E se in Italia la media è così, noi in Calabria siamo a 73, e 72 solo a Catanzaro. Presenza massiccia di auto, che implica consumo di spazio, città meno efficiente.” “La scelta però non è slegata dal territorio, nel senso che è normale che sia così in una città dispersa e diffusa e meno compatta.” Ha proseguito l’ingegnere, paragonando Catanzaro ad altre città come Perugia, Novara, Udine, e facendo notare come la situazione relativa alla mobilità cambi in relazione alla maggiore o minore compattezza della città.

Sono stati molti gli aspetti presi in considerazione nell’incontro di oggi fra cui anche per esempio la qualità dell’aria, l’incidentalità, la frequenza degli spostamenti, la rete di trasporto pubblico, la classificazione funzionale delle strade, lo spopolamento, i giudizi di valore circa i pregi e difetti del centro storico.

E in questo senso, infatti, dai sondaggi effettuati è emerso un giudizio pressoché negativo, se non pessimo, sulla mobilità generale e, in certa misura, sul centro storico in particolare. Nella percezione della platea, l’attrattività turistica è l’aspetto meno apprezzato, seguito da mobilità e trasporti, mentre giustizia e sicurezza hanno il valore più alto. “La percezione non è sbagliata – dice l’ingegnere – e alla fine tutte queste informazioni si rivelano per noi fondamentali per ottenere un quadro complessivo di quello che avviene nella città”.

La quasi totalità dei presenti ha identificato come difetti principali del centro storico quelli legati alla mancanza di parcheggi, al traffico congestionato, alla circolazione selvaggia, alla mancanza di zone pedonali e alla scarsa attrattività del commercio oltre che del turismo.

E, coerentemente, quando si è trattato di identificare gli obiettivi prioritari per il centro storico questi sono stati proprio: la riduzione del traffico, la riduzione dell’utilizzo dell’automobile, e il miglioramento dei servizi di trasporto pubblico.

“Quello che abbiamo iniziato a fare oggi – ha concluso al termine dell’incontro l’ingegnere Bertuccio – è stato individuare un metodo di lavoro attraverso il percorso partecipativo in modo tale da avere il maggior numero di idee messe a sistema”.

L’unica pecca di questa metodologia è che purtroppo non tiene conto di una fetta importante di cittadinanza che è appunto costituita dai giovani, dagli studenti, dagli abitanti delle periferie che senza un’automobile trovano più difficoltà di altri a spostarsi verso il centro storico, da tutti quei soggetti che (se presenti) probabilmente si sarebbero espressi in maniera più netta rispetto alla mancanza (o al ritardo nel garantirli) di servizi considerati essenziali come ad esempio il trasporto metropolitano.

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