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La bellezza come collante del territorio: da oggi, a Catanzaro, la mostra per riscoprire il patrimonio storico e artistico della Calabria

-di Gaia Serena Ferrara

“La bellezza salverà il mondo”, scriveva Dostojevsky nel 1868 e questo, forse, sarà vero anche per la Calabria nel 2023.

Dopotutto, il territorio calabrese e il capoluogo di Regione vantano un enorme potenziale storico artistico e culturale che però, nel tempo, ha risentito di una narrazione e di una fama non proprio felici: se n’è sempre parlato, infatti, in termini di potenzialità inespresse.

Oggi, con l’inaugurazione della mostra “Capolavori svelati” al Chiostro del San Giovanni, questo potenziale non resta più nell’ombra ma diventa effettivo, visibile a tutti.

E in un frangente in cui per Catanzaro è cruciale e prioritario recuperare e assestare il focus sulla cultura, sull’arte, sul recupero del fermento nel centro storico, la città e l’amministrazione comunale potrebbero aver compiuto un passo decisivo in tale direzione.

“Si tratta di un’esposizione che nasce da una piccola idea – ha affermato l’assessore alla cultura Donatella Monteverdi – quella di mettere in luce il patrimonio del Comune di Catanzaro, ma che poi attraverso la collaborazione tra il pubblico e il privato ha continuato ad espandersi fino a contemplare un insieme di opere provenienti anche dalle province limitrofe”.

Una mostra dedicata alla città e realizzata dalla città stessa, che restituisce quindi un’idea di armonia e di unità della Calabria e che ne celebra l’identità culturale come perfettamente espresso dall’opera simbolo dell’intera mostra, ossia “Le tre province” di Andrea Alfano.

La peculiarità del lavoro svolto dal Comune di Catanzaro e dal curatore Leonardo Passarelli per mettere insieme questi capolavori, risiede nel fatto che svelando alcuni “tesori” di cui per decenni si erano perse le tracce è stato possibile far emergere quella che il sindaco Fiorita ha definito “la grande bellezza di un patrimonio straordinario che abbiamo davanti agli occhi ma che spesso non riusciamo a cogliere”.

Un lavoro minuzioso e certosino, quello dell’amministrazione e dei soggetti pubblici e privati coinvolti nell’organizzazione, che consegna alla città di Catanzaro una mostra dal valore speciale non solo a livello artistico, ma soprattutto storico.

La storia della città però non passa soltanto attraverso gli artisti e le opere che lasciano, ma soprattutto si concentra in alcune figure e personaggi storici che hanno impresso un segno indelebile nella memoria collettiva del territorio.

Ed è infatti proprio l’importanza della memoria il concetto che ha animato l’iniziativa del curatore Passarelli, il quale (non a caso) ha deciso di ricalcare il modello e quindi omaggiare quella che fu la prima grande mostra a Catanzaro realizzata dall’artista Alfonso Frangipane nel 1912.

“Ho pensato di partire proprio da Frangipane – ha spiegato – artista e intellettuale calabrese che nasce a Catanzaro ma lavora per lo più a Reggio Calabria, e che quindi sembrava l’emblema perfetto di questo senso d’unione che vogliamo rappresentare”.

Così come la Prima Mostra d’arte Calabrese realizzata dal Frangipane, l’esposizione di oggi costituisce un’importante presa di coscienza a livello storiografico e culturale del patrimonio artistico della regione.

Nelle diverse sezioni che compongono la mostra (e che coprono un arco temporale molto vasto) molte le opere, i quadri e le sculture che vogliono raccontare tutta la storia del territorio, anche attraverso la ritrattistica: un esempio è la rappresentazione del primo sindaco Carlo San Severino, ma anche il busto di Ieraci, o ancora il ‘Suonatore di fisarmonica’ di Francis La Monaca, una scultura che era stata vista per l’ultima volta a Parigi nel 1932 prima che se ne perdessero le tracce.

Da Frangipane a Mimmo Rotella, da Mattia Preti ad Andrea Cefaly: questi e molti altri i nomi che fanno parte del capitale artistico della città e che quindi hanno trovato spazio nell’esposizione inaugurata oggi.

“Si tratta di un tipo di mostra che non ha precedenti se non in un passato molto lontano e che di fatti porta con sé tanti elementi di valore – ha affermato il sindaco Fiorita – oltre al merito innegabile di aver aperto uno spaccato importante sul nostro patrimonio, mettendo insieme e portando alla luce tanti capolavori che prima erano sconosciuti.”

Il senso ultimo dell’iniziativa, realizzata grazie alla collaborazione trasversale fra enti pubblici e privati, è insomma quello di recuperare e poi restituire qualcosa al territorio e alla cittadinanza, veicolando il messaggio che l’arte e la cultura devono sempre figurare come obiettivo comune posto ai vertici degli interessi regionali.

 

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