Al Santuario Diocesano San Giovanni Paolo II di Cardolo, la Novena di preghiera in preparazione alla Festa della Divina Misericordia giunge alla conclusione dopo un intenso cammino compiuto e scandito dalle riflessioni incentrate sui vangeli della risurrezione letti in chiave dell’amore misericordioso che Dio Padre ha manifestato e continua a comunicare per virtù dello Spirito Santo nel Suo Unigenito Divin Figlio Gesù. Le celebrazioni dei giorni precedenti anche quest’anno sono state guidate da alcuni parroci delle parrocchie della Diocesi lametina a cui hanno partecipato i fedeli della parrocchia e alcuni pellegrini.
Domani, 16 aprile 2023, chiusura della Novena, si celebrerà la festa della Divina Misericordia, presiederà la santa messa delle 18.30, Sua Ecc.za Mons. Serafino Parisi, vescovo della Diocesi lametina che sarà accolto non solo dai fedeli della parrocchia di Accaria ma anche dai fedeli pellegrini e devoti alla Divina Misericordia dei gruppi di preghiera delle zone del catanzarese e del cosentino.
Da pochi anni, la seconda Domenica di Pasqua è stata chiamata anche Domenica della Divina Misericordia, così come l’ha voluta denominare lo stesso Gesù Risorto manifestando questa sua volontà a santa Faustina Kowalska, religiosa polacca incaricata da Gesù stesso a diffondere il messaggio della Divina Misericordia attraverso i suoi scritti.
A santa Faustina Gesù ebbe a dire un giorno: «L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Divina Misericordia» ( Diario, q. 2, 139). La Divina Misericordia! Ecco il dono pasquale che la Chiesa riceve dal Cristo risorto, attraverso cui viene offerta all’umanità un “ultima ancora di salvezza” (Diario, q. 2, 305).
Nel Vangelo di questa domenica si dice che il Signore mostra ai suoi discepoli le sue piaghe gloriose e il suo cuore, fontana inesausta di luce e di verità, di amore e di perdono.
Il Cuore di Cristo, il suo «Sacro Cuore» agli uomini ha dato tutto: la redenzione, la salvezza, la santificazione. Da questo Cuore sovrabbondante di tenerezza santa Faustina Kowalska vide sprigionarsi due fasci di luce che illuminavano il mondo. «I due raggi – secondo quanto lo stesso Gesù ebbe a confidarle – rappresentano il sangue e l’acqua» (Diario, q. 1, 130). Il sangue richiama il sacrificio del Golgota e il mistero dell’Eucaristia, mentre l’acqua, secondo la ricca simbologia dell’evangelista Giovanni, rimanda al battesimo e al dono dello Spirito Santo (cf. Gv 3,5:4,14).
Attraverso il mistero di questo cuore ferito, non cessa di spandersi su tutti gli uomini e sulle donne di ogni epoca il flusso ristoratore dell’amore misericordioso di Dio. Chi anela alla felicità autentica e duratura, solo qui ne può trovare il segreto. Tale amore misericordioso lo si accoglie con il recipiente della fiducia, manifestata dalle parole della preghiera: «Gesù, confido in Te».
«Tu – Gesù Misericordioso – bruci dal desiderio di essere amato, e chi si sintonizza con i sentimenti del tuo cuore apprende ad essere costruttore della nuova civiltà dell’amore. Un semplice atto d’abbandono basta ad infrangere le barriere del buio e della tristezza, del dubbio e della disperazione. I raggi della tua divina misericordia ridanno speranza, in modo speciale, a chi si sente schiacciato dal peso del peccato.
Maria, Madre di Misericordia, fa’ che manteniamo sempre viva questa fiducia nel tuo Figlio, nostro Redentore. Aiutaci anche tu, santa Faustina… insieme a te vogliamo ripetere, fissando il nostro debole sguardo sul volto del divin Salvatore: «Gesù, confido in Te. Oggi e sempre. Amen». (San Giovanni Paolo II).