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Maria Pia De Vito incanta Badolato, “Insegui l’Arte” batte anche la pioggia

Anche la pioggia si è fermata per permettere alla stupenda, nostalgica voce di Maria Pia De Vito di correre per i vicoli di Badolato, in chiusura della seconda giornata di “Insegui l’Arte”, il festival della ri-conoscenza che si tiene nel borgo del Catanzarese fino al prossimo 26 agosto.

“Linha de Passe”, linea di passaggio, è il percorso musicale proposto al pubblico da una delle più importanti artiste del panorama jazz italiano, accompagnata dall’amico e straordinario chitarrista Roberto Taufic. Una contaminazione musicale continua, tra Napoli e Brasile, tra Sud America e Mezzogiorno italiano, che affonda le radici nel vissuto dei due artisti: «È un concerto “multicolor” – ha detto Taufic -, in un posto multiculturale. La musica serve da canale di espressione per l’esperienza di vita: io sono cresciuto in Brasile, ma sono nato in Honduras da una madre palestinese: questo concetto di multiculturalità lo conosco da sempre e la musica permette di viverlo fino in fondo, senza confini».

E poi un rincorrersi di voce e musica, sospese tra brani d’autore e improvvisazione per quella che è stata una delle perle del programma artistico del festival: «È un racconto musicale del rapporto tra me e Roberto – ha detto la cantante – e con il Brasile, che amo tantissimo. Ma è un Brasile trasfigurato attraverso la traduzione in napoletano di alcuni brani della tradizione brasiliana. Nella musica, nel dialetto napoletani è tutto un mettersi insieme di linguaggi diversi, è un meticciato attivissimo».

Il concerto, tenutosi ai piedi della Chiesa di Santa Maria, suggestivamente illuminata, è stato preceduto dalla presentazione del libro “Frammenti. Sentieri di piccole storie”, di Enzo Brogi (Aska Edizioni, prefazione di Alessandro Benvenuti), una raccolta di 140 brevi racconti attraverso i quali l’autore ripercorre la tenerezza dell’infanzia, gli amori mancati e gli acerbi ideali dell’adolescenza, l’Italia delle canzoni e delle stragi, la lotta per un mondo più giusto, l’ostinata passione per la politica e il disperato tentativo di capire ciò che non va standoci in mezzo.  E in cui c’è spazio anche per la Calabria e Badolato, paese eletto a buen retiro: «È un libro scritto per persone non giovanissime – spiega l’autore – perché dentro ci stanno i ricordi della mia adolescenza che è quella anche di tante persone, ricordando fatti e avvenimenti culturali e politici. Racconto uno spaccato personale non distante dalla realtà calabrese, soprattutto quando pensiamo alle profonde migrazioni nel nostro Paese dopo gli anni ’60. Badolato appunto è stato un paese di grandi migrazioni e oggi, assieme a Riace, è uno dei paesi dell’accoglienza in cui i nuovi migranti vedono l’opportunità di vivere».

La presentazione è stata l’occasione per avviare un dibattito sulla comunità locale, sulle prospettive per combattere lo spopolamento dei borghi e per la costruzione dell’identità di comunità, intervallato dalla lettura di alcuni brani del libro da parte dell’attrice catanzarese Lucia Cristoforo.

Quella di ieri (domenica), poi, è stata la giornata dei primi workshop: da ieri e fino al 23 agosto, il danzatore e coreografo turco Ziya Azazi terrà il suo seminario “Dervish in Progress”, una vera e propria scuola sul sufismo e sui danzatori rotanti. Lo stesso coreografo, sempre il 23 agosto (ore 22, borgo di Badolato), terrà il suo spettacolo. Non solo danza, però, ma anche teatro per bambini: Angelo Gallo e il Teatro della Maruca hanno coinvolto decine di piccoli aspiranti “pupari” nel laboratorio “La Fabbrica dei Pupazzi”.

Il pomeriggio di oggi, lunedì 22 agosto, si articolerà in tre appuntamenti: alle 20, sarà proiettato il documentario “Badolato, amara terra mia tra cielo e mare”, di Imelda Donato, con l’intervento di Clara Giannuzzi. A seguire, spazio al teatro di strada tutto al femminile con “Poetry in the Street”, di Rossella Consoli, l’aerial tango di Elena Garufi e il violino di Valeria Piccirillo. Chiuderà la terza giornata del festival Rachele Andrioli, una delle artiste più apprezzate della scena della nuova musica popolare italiana. L’estremo lembo del Salento, dove finisce la terra e inizia il grande mare, è al centro del suo spettacolo solista.

Grazie alla sua voce dal timbro unico e all’inserimento di strumenti musicali come il marranzano, l’ukulele, il bendir, il flauto armonico, e all’utilizzo sapiente di macchine più innovative come la loop station, Rachele Andrioli gestisce la scena evocando rituali ancestrali che rapiscono lo spettatore portandolo in un luogo altro, denso di suggestioni e colori, in una finibus terrae tutta da ascoltare.

“Leuca” è l’evoluzione dello spettacolo solista “ìSola” che la cantante ha portato sui palchi negli ultimi anni, dove la continua ricerca musicale arriva a una sintesi necessaria tra tradizione e innovazione. Lo spettacolo è un tributo alla musica popolare salentina e al Mediterraneo, utilizzando come punto privilegiato di ispirazione e di comunicazione la terra d’origine, il Capo di Leuca.

Il programma completo, gli orari, le informazioni sulle visite guidate alle mostre e tutti gli altri dettagli sono disponibili sul sito internet www.inseguilarte.it.

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