«Ho visto ieri su Instagram una vivace sintesi video di una serata della segretaria Pd Elly Schlein in Calabria: intervista sul palco, strette di mano, passerella “scortata” da giornalisti, ex politici, parlamentari (il senatore Irto) e altri volti conosciuti.
Ho pensato si trattasse di una festa dell’Unità, e invece ho capito subito dopo, con molta sorpresa, che era il Trame Festival, cioè il festival dei libri sulle mafie in corso a Lamezia Terme».
Inizia così una nota della Senatrice della Lega e componente della Commissione parlamentare antimafia, Tilde Minasi, che commenta la partecipazione della segretaria Schlein al Festival sul tema mafie, da tanti anni organizzato nella città di Lamezia Terme. La Senatrice prosegue:
«Ho voluto verificare se nel programma del festival fosse prevista la partecipazione di altri segretari di partito o altri colleghi parlamentari, magari più addentro al tema mafie o di diversa appartenenza politica, ma mi sembra di non aver scorto alcun nome e che, dunque, Elly Schlein sia stata l’unica ospite appunto politica dell’evento, quasi un’ospite d’onore…
Ebbene – continua Minasi – mi auguro che gli organizzatori del Festival abbiano comunque invitato altri rappresentanti come protagonisti di incontri analoghi a quello della Schlein, e che magari questi colleghi, per un qualunque motivo, non siano potuti intervenire, altrimenti dovrei pensare che sia scorretto e grave che una manifestazione che, per tanti anni, si è occupata in modo accurato, approfondito e pluralista di un tema così delicato e universale come le mafie e, per di più, finanziata in parte da copiosi fondi pubblici, diventi adesso il salotto del Pd, riducendosi a una celebrazione di una parte politica e di un segretario di partito chiamato, tra l’altro, a parlare di questo argomento senza, mi pare, essersene mai occupata (cito dal programma: “Contro le mafie una politica radicale” – Elly Schlein ne parla con Emiliano Fittipaldi, Domani Editoriale)
La cultura, la legalità, l’informazione, la lotta contro la criminalità organizzata – sottolinea la Senatrice – non hanno e non dovrebbero avere colore politico, e invece ancora una volta mi pare abbiamo assistito a un’occupazione piddina di un evento culturale, che non fa bene a nessuno: certamente non alla cittadinanza – che ha diritto ad ascoltare tutte le voci e che peraltro paga l’evento stesso con soldi pubblici e non del Pd – né al contrasto al fenomeno mafioso, di cui la politica tutta deve farsi carico.
Mi spiace – conclude Minasi – per quella che appare, almeno allo stato dei fatti, come una caduta anche di stile di un festival che ha rappresentato finora un punto di riferimento nel panorama della cultura antimafia – e di cui la Calabria poteva andare fiera – anche per il suo carattere apartitico, e che adesso, invece, ha assunto una precisa connotazione di parte, che lo svilisce e lo delegittima.
Ribadisco, la lotta contro le mafie è una battaglia di tutti».