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Reggina, il presidente del CONI della Calabria saluta il presidente dimissionario Marcello Cardona: “Grazie, galantuomo”

“Ho appreso con dispiacere delle dimissioni di Marcello Cardona dalla carica di presidente della Reggina. Un ruolo ricoperto da questo figlio della nostra città con disciplina e onore, gli stessi princìpi che hanno ispirato il suo cursus honorum all’interno delle Istituzioni pubbliche, fino ai ruoli di questore e prefetto, e nel mondo del calcio, da arbitro di serie A.

 

Proprio per il valore dell’uomo e del servitore dello Stato, sono rimasto sinceramente sorpreso e perplesso nel venire a conoscenza, attraverso gli organi d’informazione, della conclusione del suo rapporto con la società amaranto.

 

Non conosco le ragioni profonde di questa scelta e non sono neanche interessato a indagarle: poco importano. Ciò che invece mi preme è esprimere il rammarico per quella che considero un’occasione sprecata per continuare a rappresentare la squadra di calcio della città e l’intera comunità reggina con autorevolezza, all’insegna della trasparenza e della legalità che hanno costituito il filo conduttore della presidenza Cardona.

 

È indiscutibile, infatti, che nel momento più difficile nella storia del calcio amaranto – all’indomani della fine ignominiosa della presidenza Gallo, che ha rischiato di vanificare gli immani sacrifici della famiglia Praticò cui tutti dobbiamo essere riconoscenti – Cardona sia stato il volto più pulito e, consentitemi, presentabile sulla piazza.

 

Grazie alla sua credibilità, frutto di una vita spesa al servizio della collettività, Marcello ha dato la possibilità alla Reggina di essere ascoltata, accolta e presa sul serio dalle istituzioni sportive. Di questo contributo generoso e disinteressato è giusto che la città tenga conto, così come ne tiene conto il Comitato olimpico calabrese che ho l’onore di presiedere.

 

Ma il “presidente emerito” della Reggina – a me piace chiamarlo così – non è stato solo il migliore testimonial possibile della calabresità onesta e laboriosa. È stato molto, molto di più. Perché viviamo, anche sportivamente, un’epoca strana. Un’epoca nella quale le bandiere non esistono più e le società professionistiche di calcio passano di mano da un imprenditore all’altro con la rapidità di uno scambio commerciale sui mercati finanziari. Sia chiaro: è tutto legittimo e ciascuno ha il diritto di difendere e promuovere i propri interessi. Ma tra un emiro e un fondo americano, il calcio antico e romantico che piaceva a noi rischia di estinguersi e di trasformarsi in una mera espressione sportiva di “show business”.

 

In questo mondo impazzito, nel quale siamo partiti dalla globalizzazione delle merci e siamo finiti alla globalizzazione dei gagliardetti, Cardona è stato un trait-d’union straordinario tra gli interessi economici del proprietario e la platea dei tifosi e dei cittadini, un perfetto emblema dell’identità reggina che non deve andare dispersa.

 

Per tutti questi motivi, a nome dello sport calabrese, al mio Amico di sempre, Marcello Cardona, sento di dire una cosa sola: grazie, galantuomo”. Lo afferma in una nota il presidente del CONI della Calabria, avvocato Maurizio Condipodero.

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