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Il sindaco di Castrolibero scrive al presidente Anci: “Bloccare legge regionale su fusione comuni. Dal Consiglio atto di prepotenza istituzionale”

Il sindaco di Castrolibero Orlandino Greco ha scritto al presidente dell’Anci Antonio Decaro per segnalare “l’intervenuto atto di prepotenza istituzionale perpetrato dal Consiglio regionale calabrese nei confronti dell’esercizio delle pratiche democratiche, di quelle individuate a tutela delle libere scelte della collettività”. Greco fa riferimento alla modifica, “inserita in un provvedimento omnibus, alla legge 15/2006 che, in tema di fusione dei comuni, svuota del tutto il significato del referendum preventivo delle comunità coinvolte, riducendolo così a strumento meramente consultivo”.

“Ciò – scrive Greco – allo scopo di affidare esclusivamente alla regione il potere di decidere al riguardo, prescindendo dalla volontà e autodeterminazione di ciascun territorio interessato e quindi dall’ eventuale esito negativo del referendum stesso. Una contraddittorietà manifesta con un altro articolato della legge medesima che assegna proprio ai comuni interessati l’esercizio esclusivo di proporre una eventuale fusione – da qui la definizione che l’anzidetta reca di ‘fusioni volontarie dei Comuni’ e non già imposte e ‘sulla base dell’iniziativa dei Comuni’ e non già per decisione della Regione – da compiersi tra comuni limitrofi. Così non è stato con quella che dovrebbe riguardare Cosenza, Rende e Castrolibero disposta ex abrupto dal Consiglio regionale”.

“Tutto questo – afferma Orlandino Greco – dimostra una scarsa considerazione, insomma, dei valori costituzionali identificativi dei diritti di cittadinanza, tra i quali quelli di erigersi a salvaguardia della autonomia dei propri comuni, palesemente violata a seguito dell’esclusione delle rispettive comunità dalle decisioni determinanti il proprio futuro, sia di quelle eserciate in via diretta che attraverso gli organi dai medesimi eletti. Un assunto che offende l’autonomia posta a presidio della esistenza stessa dei comuni e che sottrae irragionevolmente agli organi gestori dei comuni l’importanza del dibattito e del confronto pubblico di aula su un tema così importante e fondamentale per l’esistenza stessa dell’ente di appartenenza, cui consegue, in difetto, lo scioglimento. Così facendo la fusione rischia di diventare un atto burocratico d’imperio contra la civitas. Quindi, senza anima, corpo e ragione collettiva”.

“Ritengo – conclude Greco – che lei possa adoperarsi in ogni mezzo per riportare la disciplina calabrese in materia di fusioni in una condizione di regolarità, di rispetto della volontà delle cittadinanze coinvolte e, infine, di tutela del principio di quella autonomia ineludibile che la Costituzione attribuisce ai Comuni, in siffatti ipotesi chiaramente violata. Il tutto mediante sollecitazione al Governo perché lo stesso impugni davanti la Corte costituzionale questa legge regionale”.

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