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Politiche, la Calabria eleggerà un deputato in meno

Alle prossime elezioni politiche Abruzzo, Calabria, Sardegna, Puglia e Campania 2 (le province di Caserta, Avellino, Benevento e Salerno) perderanno un deputato, la circoscrizione Lombardia 1 (Milano) ne avrà due in più, mentre Lombardia 3 (Brescia e Bergamo ), Lazio 1 (Roma) e Lazio 2 (le altre province) saranno rappresentate da un deputato in più. Per il Senato, invece, è la Sicilia a perdere il proprio parlamentare in favore della Lombardia. E’ la conseguenza dei dati del censimento generale del 2021, che per la legge determina il numero degli eletti di ciascuna circoscrizione. I dati, pubblicati in Gazzetta Ufficiale lo scorso 3 marzo sono stati trasmessi agli uffici della Camera e del Senato, che hanno calcolato i nuovi seggi spettanti a ciascuna regione.

La nuova attribuzione di seggi comporta una nuova mappa dei collegi, complessiva, anche perché nelle altre Regioni è spesso modificata la distribuzione interna della popolazione. Il compito, sempre per la legge, spetta alla Commissione tecnica guidata dal Presidente dell’Istat, che però ancora manca, visto che il candidato proposto dal governo, Gian Carlo Blangiardo, non ha avuto l’assenso delle Commissioni parlamentari richiesto dalla Legge. Al di là del mero calcolo numerico, nelle regioni con pochi abitanti che perdono un deputato, come Abruzzo, Calabria e Sardegna, già penalizzate dal taglio del numero dei parlamentari, i partiti medi e piccoli rischiano fortemente di non eleggere alcun deputato.

Il censimento generale registra un calo della popolazione ufficiale residente che scende di oltre 400mila abitanti, passando da 59.433.744 a 59.030.133. Ma all’interno del dato generale vi sono enormi differenze, con 16 regioni in calo demografico, e quattro in cui i residenti aumentalo: su tutte Lombardia e Lazio, con incrementi rispettivamente di 238.853 e di 211.996 abitanti. Ma al di là dei numeri assoluti (Lombardia e Lazio sono le più popolose), al fine dell’assegnazione dei seggi, contano le percentuali. In più la differenza tra Camera e Senato riguarda sia il numero dei seggi, rispettivamente 400 e 200, ma anche il fatto che per la prima le circoscrizioni sono 28 (4 in Lombardia, 2 in Lazio, Campania, Sicilia, Veneto e Piemonte) mentre per il Senato le circoscrizioni coincidono con le Regioni stesse.

Secondo i nuovi calcoli alla Camera la Calabria non avrà più 13 deputati bensì 12, la Sardegna non più 11 ma 10, la Puglia scenderà da 27 a 26, l’Abruzzo da 9 a 8, e la Campania 2 da 17 a 17. Viceversa Milano passerà da 25 a 27, Roma da 24 al 25, Lombardia 3 da 14 a 15, il Lazio 2 da 12 a 13.

Per quanto riguarda invece Palazzo Madama dalla Lombardia arriveranno 32 senatori in luogo di 31, e dalla Sicilia 15 anziché 16. Ora si pone la questione della nuova mappa dei 392 collegi della Camera (8 sono eletti all’estero) e 196 del Senato (4 all’Estero. L’articolo 3, comma 6, della legge n. 165 del 2017 – il cosidetto Rosatellum – attribuisce ad una apposita Commissione presieduta dal presidente dell’ISTAT e da 10 esperti , il compito, “in relazione alle risultanze del censimento generale della popolazione” di formulare “indicazioni per la revisione dei collegi uninominali e dei collegi plurinominali”. Sulla base di queste indicazioni il governo dovrà presentare un disegno di legge alle Camere. A livello legislativo serve prima una proposta di legge del governo riguardante lo spostamento dei seggi tra le Regioni, e una delega delle Camere all’esecutivo per la nuova mappa dei collegi. Si tratta di un atto dovuto del governo perché l’assenza della mappa dei collegi va a toccare i poteri del Presidente della Repubblica e in particolare quello di sciogliere le Camere: se infatti si precipitasse alle urne si voterebbe con i seggi del 2011, violando la legge elettorale.

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