«È incredibile come la Lega riesca a dire sempre qualcosa fuori posto e lontano dalle preoccupazioni reali delle italiane e degli italiani, per distogliere l’attenzione dall’inefficienza del governo Meloni». Allibisce Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle nel Consiglio Regionale del Veneto, alla notizia del disegno di legge che cinque parlamentari leghisti -tra i quali i veneti Pretto e Bisa- hanno presentato per contribuire con 20mila euro a chi sceglie il matrimonio religioso.
«Anche se hanno messo una toppa solo in un secondo momento – argomenta Baldin – estendendo la facilitazione anche a chi si sposa in municipio, l’impianto della questione è da respingere al mittente secondo ogni angolo visuale. A partire già dall’iniziale discriminazione tra chi celebra in chiesa e chi in Comune, inaccettabile per noi che siamo favorevoli anche al matrimonio egualitario: non c’è differenza tra chi si ama. Proprio ora che il Senato americano, con il voto favorevole anche di 12 repubblicani, ha approvato il Respect for Marriage Act che legalizza i matrimoni omosessuali».
La consigliera fa sue le parole di monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Commissione per la vita, il quale ha dichiarato che “il sacramento non si compra”, e stigmatizza il gioco delle tre carte della Lega: «Anziché occuparsi degli aumenti in bolletta, dell’approvigionamento energetico in transizione ecologica, di stanare l’evasione fiscale, di dare risposte alle studentesse e agli studenti in piazza, di non creare frizioni con la comunità internazionale, se ne escono con queste boutade per evitare di mostrare che non sanno governare», commenta Erika Baldin.
«Meno male che le destre erano contrarie ai finanziamenti a pioggia – conclude l’esponente del M5S – quando invece premiano questa o quella categoria economica, ritenuta magari a loro vicina. Se volessero veramente contrastare le difficoltà di intraprendere una vita di coppia e l’aumento delle solitudini, dovrebbero agire investendo risorse nella leva della residenza, ponendo tetti agli affitti esorbitanti e alle rendite speculative, nonché allargando la possibilità di ricorrere ad asili nido pubblici equamente distribuiti in tutto il territorio nazionale. Ma da questa maggioranza non è possibile aspettarsi niente di buono».