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Un nuovo appuntamento della rassegna “Sguardi a Sud”: domenica 13 novembre al teatro comunale di Mendicino va in scena “Quanto resta della notte”

Dopo il sold out registrato dallo spettacolo “Il pesciolino d’oro”, che ha conquistato grandi e piccini, la rassegna di teatro contemporaneo “Sguardi a Sud”, curata dalla compagnia Porta Cenere e patrocinata dal Comune di Mendicino, presenta un nuovo imperdibile appuntamento. Domenica 13 novembre (ore 18), a calcare il palcoscenico del teatro comunale di Mendicino sarà la compagnia calabrese Mana Chuma con “Quanto resta della notte”, lo struggente racconto di e con Salvatore Arena.

 Vincitrice nel 2019 del premio della critica ANCT e impegnata nell’ambito della nuova drammaturgia e del teatro civile, la compagnia Mana Chuma intende confrontarsi con l’identità̀ culturale e storica del territorio meridionale, riuscendo a creare un filo conduttore tra il recupero di storie, figure, moduli e stili attinti dalla tradizione culturale locale e mediterranea e l’utilizzo di forme artistiche innovative, sviluppando un proprio approccio alla drammaturgia legato alla contaminazione tra linguaggi differenti. Un’interessante ricerca sullo spazio e sulla sperimentazione di luoghi “altri” per il teatro.

 Il 13 novembre, la compagnia diretta da Massimo Barilla e Salvatore Arena porterà al teatro comunale di Mendicino uno spettacolo intenso, emozionante, ricco di riflessioni. “Quanto resta della notte” è un racconto incentrato sulla morte di una madre e sulla necessità di ogni uomo di superare i drammi della vita attraverso i ricordi. Ed è proprio il susseguirsi di ricordi a risvegliare nel cuore del protagonista una verità nascosta.

 “Quanto resta della notte” è un urlo muto, quieto-inquieto, cosparso di lacrime e rimorso, sacrifici inevitabili. È un appellarsi alla coscienza, all’ascolto degli altri per consegnarsi al perdono. L’anima del protagonista, Pietro, è attraversata da innumerevoli sentimenti da cui emerge l’esigenza di andare alla ricerca della fede. Il testo nasce dalla necessità di andare oltre la notte per immaginare un tempo dedicato all’amore, per vivere la malattia come guarigione. La morte della madre rappresenta il riavvicinamento di un figlio alla vita.

 In scena, l’attore resta immobile su una sedia, ancorato in quello spazio; non ha alcuna via di fuga. L’immobilità è un confronto estremo con la vita che si muove; è un confronto è con sé stesso.

 L’autore e attore Salvatore Arena precisa che «Questo racconto nasce dal bisogno di capire da dove partiamo, dove arriviamo e, soprattutto, dall’esigenza di comprendere che cosa ci attraversa quando viviamo determinate esperienze negative e di scoprire in che modo quelle esperienze ci accompagnano per tutta la vita. In questo spettacolo, emerge il bisogno di riappropriarsi di una coscienza. Bisogno che il protagonista Pietro avverte nel ritornare da sua madre in fin di vita a causa di una malattia. Malattia che rappresenta l’elemento di riappropriazione della memoria e l’invito ad una riflessione sulla vita. Stando accanto al figlio, è come se la madre partorisse due volte. La prima quando il figlio nasce, la seconda per rimetterlo al mondo. “Quanto resta della notte” è un viaggio che porta il protagonista dalla Sicilia alle campagne di Reggio Emilia, dal sole siciliano alla nebbia di quella terra».

Il direttore artistico della rassegna “Sguardi a Sud” Mario Massaro ha dichiarato che «La compagnia Mana Chuma è una delle più importanti del panorama teatrale italiano. Li ospitiamo per la seconda volta con il bravissimo attore Salvatore Arena. È uno spettacolo particolare nella costruzione perché vede un solo personaggio in scena. Tratta un argomento molto delicato che riguarda la mancanza di una persona cara. Consiglio vivamente di venire a teatro per emozionarsi». 

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