“Sulla sanità allo sbando della Calabria, l’errore su cui si sta perseverando è lo scontro politico e sociale che crea un clima di diffusa contrarietà e che, al di là delle ragioni e dei torti, disorienta i cittadini e incrementa la sfiducia nel Sistema sanitario pubblico calabrese. Né aiuta a rimuovere gli ostacoli che impediscono l’erogazione di prestazioni sanitarie dignitose e neppure consente di colpire i grumi di potere, sedimentati nei decenni, che all’interno del sistema pubblico impediscono al merito e alle capacità di farsi spazio.
La violazione del diritto alla salute dei calabresi imporrebbe da parte del Commissario non scelte unilaterali (che a volte generano più problemi che soluzioni), ma scelte preventivamente discusse nel merito con tutte le forze politiche e sociali e che riservino un’attenzione rigorosa alle fasi esecutive, come chiede inascoltato il Gruppo del Pd in Consiglio Regionale.
La mia opinione è che sulla sanità è tempo, come si era ipotizzato in piena pandemia, quando lo scontro Stato-Regioni è finito persino nelle aule dei Tribunali amministrativi, che lo Stato, nel rispetto dell’articolo 32 (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”), si riappropri dell’intera materia e garantisca pari diritti ai cittadini, prescindendo dal territorio in cui risiedono.
Non è più tollerabile che sull’accesso alle cure, con 21 Sistemi sanitari differenti, si abbiamo figli e figliastri e che l’offerta di salute sia pericolosamente disomogenea ai danni dei cittadini che vivono in regioni come la Calabria.
È tempo che Parlamento e Governo recuperino, come chiede l’Europa attraverso il Recovery Fund, tralasciando ogni altra proposta che rinsalderebbe l’esistenza delle due Italie, la spinta a fare della riduzione dei divari Nord-Sud, a partire dal bene primario della salute, un obiettivo centrale della loro azione”.
Lo afferma in una nota Francesco Pitaro, candidato al Senato per il PD nel Collegio Catanzaro-Vibo-Reggio.