“È stato spesso affermato che i medici di Calabria scappano via, ma una domanda voglio rivolgerla a chi di competenza: perché questi professionisti vanno via? Una risposta me la sono data: forse perché i nostri medici vengono maltrattati dalla Calabria? Forse perché vivono nel precariato, senza nessuna certezza per il futuro? Forse perché in tanti vivono con contratti a termine, senza avere neanche il sacrosanto diritto di ammalarsi o di sperare in una pensione meritata? E vogliamo parlare dei nostri ospedali? Quanti sono attrattivi per i nostri giovani? Quanti sono attrattivi per i nostri cittadini che vanno a curarsi fuori? Sarà perché la politica ha per anni creato interferenze in sanità dividendosi il potere e senza puntare sulla innovazione tecnologica delle strutture e su una gestione efficiente? Se i nostri giovani, che pure vorrebbero restare in Calabria, non possono farlo, ci sarà pure un motivo? Se nel DCA n.87 del 17 Agosto scorso attraverso il quale si reclutano circa 500 medici cubani con uno stipendio da dirigente medico di circa 4800 euro al mese, vitto e alloggio, si dice, testualmente, a giustificazione del provvedimento, che “i ritardi registratisi nelle procedure di reclutamento e la scarsa partecipazione dei candidati alle procedure concorsuali impongono una nuova valutazione negli assetti degli organici” allora mi chiedo perché ci sono questi ritardi nelle procedure ? E perché i giovani diserterebbero le procedure concorsuali ? Forse perché l’attrattività delle strutture nelle quali andrebbero a operare e le condizioni nelle quali si troverebbero a lavorare e a dispiegare la loro professionalità non è proprio quella ideale, per usare un eufemismo ? E allora forse è lì che bisognerebbe invece intervenire per incidere e la soluzione migliore non mi pare certo quella di far arrivare medici cubani a “salvare” la Calabria, soprattutto nel settore dell’emergenza-urgenza; perché poi i tuoi sintomi all’interno di un pronto soccorso valli a spiegare a un medico cubano, seppur bravissimo, per carità. E ancora, mi chiedo perché questi soldi non vengono utilizzati e investiti per stabilizzare i figli di Calabria? Che forse avrebbero piacere di restare nella loro terra, se creassimo le condizioni. Ma questa è la Calabria, bellissima, meravigliosa e disgraziata terra”.
Lo scrive, in una nota, Maria Ferraro, segretaria nazionale di Idm Donne.