Sentito dalla Fondazione Mediterranea, così si pronuncia il prof. Ing. Stefano Aragona dell’Università Mediterranea a proposito del progetto demolitivo portato avanti dalla Soprintendenza reggina sulla storica e centrale Piazza De Nava di Reggio Calabria, un po’ anche a nome dell’ambiente accademico italiano.
“Questo progetto stravolge la morfologia urbana, l’identità del luogo, che diverrebbe un “non luogo” del tutto simile a tanti altri posti… Come si fa a scordare la “Carta di Gubbio” del 1960 redatta dall’Associazione Nazionale Centri Storici e Artistici, che proprio ha dichiarato l’importanza del tessuto urbano e non solo dell'”emergenza” storico-architettonica andando oltre la tutela puntuale del 1939? Od anche la Convenzione del paesaggio ed il Codice dei Beni Culturali? Cerchiamo di portare qualità ed identità nelle periferie e poi la togliamo ai luoghi che c’è l’hanno? Ricordate Settis, quando nel ricevere la laurea ad honorem in Architettura alla Mediterranea, nella Lectio Magistralis parlò di responsabilità etica di architetti, ingegneri, urbanisti nel loro agire citando Vitruvio. Ed anche Francesco Rosi che ricevette la laurea ad honorem in Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale per il film “Le mani sulla città”… I cittadini, la gran parte delle Associazioni sono contro questo progetto. Quello che serve è un restauro conservativo a scala vasta così come intendeva essere il Concorso di idee del 2010 che fece Barca, allora Ministro della Coesione territoriale, per l’area del Museo Nazionale di Archeologia di Reggio Calabria e per l’area di Pompei e non una distruzione di memoria, storia ed identità locale, elementi di attrazione culturale e turistica a scala nazionale e internazionale”.
Si citano, come concettualmente contrari a ogni demolizione, non solo la “Carta di Gubbio”, la “Convenzione del paesaggio”, il “Codice dei Beni Culturali” (che la Soprintendenza con il suo progetto su Piazza De Nava dimostra di non conoscere o volutamente ignorare), ma anche il prof. Settis e regista Francesco Rosi, in occasione del conferimento delle lauree ad honorem dalla Mediterranea, e il ministro Barca con il suo concorso di idee del 2010 per il restauro conservativo dell’area circostante il Museo Archeologico reggino. Insomma, cosa vogliamo di più. Non c’è un solo accademico, cominciando dal già rettore Bianchi, che si sia espresso positivamente sulla demolizione di piazza De Nava. L’ambiente accademico si aggiunge alla sostanziale totalità delle associazioni ambientaliste e professionali, alla unanimità del Consiglio Comunale e a quel più del 90% della cittadinanza reggina che boccia il progetto, che comunque va avanti in spregio alla volontà popolare. Tra gli altri primati negativi di Reggio, purtroppo si corre il rischio di aggiungerne un altro.