“In questi anni abbiamo espresso piu’ volte le nostre perplessita’ su un progetto come quello del Ponte che a parere di tanti tecnici ed amministratori evidenzia numerose lacune dal punto di vista tecnico e finanziario. Lo abbiamo sempre fatto sempre rifuggendo l’idea di una posizione puramente ideologica, di una convinzione assunta a priori, che non puo’ appartenere a chi si confronta quotidianamente con il progresso dei nostri territori”. E’ quanto afferma in una nota il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomata’.
“La decisione della Corte dei Conti – aggiunge – che non ha ammesso al visto di legittimita’ la delibera del Cipess n. 41/2025 non fa che confermare i tanti dubbi che, insieme a tanti colleghi sindaci, amministratori, associazioni e cittadini, abbiamo sollevato in questi anni. E’ inaccettabile – prosegue Falcomata’ – che un’opera cosi impattante possa andare avanti pur di fronte alle numerose irregolarita’ formali e sostanziali, l’ultima in ordine di tempo quella della Corte dei Conti, che continuano a emergere ogni giorno. Circostanza che lascia pensare che il reale obiettivo sia ormai legato non alla realizzazione dell’opera, ma all’enorme penale che andrebbe versata ai privati in caso di rescissione del contratto. Penale che sarebbe stata peraltro molto utile invece a risolvere tanti problemi sui nostri territori”.
“Avevamo chiesto che le comunita’ locali fossero coinvolte nel processo decisionale – aggiunge il sindaco – che non fosse un progetto calato dall’alto. E cosi non e’ stato. Ed oggi, in attesa di conoscere le motivazioni della Corte, che a quanto pare riguardano le coperture economiche, le stime sul traffico, la conformita’ del progetto alle normative ambientali, alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale ed anche la stessa competenza del Cipess, esprimiamo netta preoccupazione per le reazioni scomposte che alcuni esponenti di governo hanno avuto su questa vicenda, con atteggiamenti minacciosi e di sfida nei confronti di organi dello Stato che evidenziano una chiara e pericolosa deriva antidemocratica. La risposta non puo’ essere sempre quella di gridare al complotto, dando la colpa ai giudici, alla magistratura, o a chiunque altro possa servire a coprire enormi carenze strutturali, valutazioni sbagliate ed errori procedurali”.
“Da parte nostra – spiega ancora Falcomata’ – siamo ancora in attesa di ricevere delle risposte chiare in merito al dossier che abbiamo presentato a Salvini, che purtroppo continua ad agire da capo della Lega piuttosto che da Ministro della Repubblica italiana. Lo facciamo, in maniera responsabile, interloquendo come sempre non con gli slogan, ma nel merito delle questioni, perche’ convinti che le comunita’ che vivono ogni giorno questi territori non solo abbiano il diritto di sapere, ma siano le prime ad avere titolo per rappresentare le reali priorita’ per il futuro dello Stretto. Parliamo ad esempio – spiega il sindaco – del progetto dell’Alta Velocita’ da Salerno a Reggio Calabria, nuovamente scomparso dai radar, del taglio dei fondi alla Statale Jonica 106, del raddoppio e dell’elettrificazione della ferrovia jonica, di progetti viari strategici come la Bovalino-Bagnara, dei collegamenti interni alla Piana, della pericolosa situazione della galleria della Limina, dei tagli ai progetti infrastrutturali del Pnrr, su asset strategici come sanita’, scuole, impianti sportivi, riqualificazione dei beni confiscati e forestazione, dei fondi per le manutenzioni per le strade metropolitane, dei ponti e dei viadotti che ogni giorno migliaia di persone percorrono per andare a lavoro o a scuola, o purtroppo, in alcuni casi con conseguenze anche nefaste, per raggiungere la piu’ vicina struttura sanitaria. Su questi aspetti – conclude – vorremmo che la politica nazionale si confrontasse, non su quanto sono cattivi i giudici della Corte dei Conti. Cara Meloni, caro Salvini, se volete realmente il bene del Mezzogiorno, come dite sui vostri cartelloni elettorali, scendete dalla torre e venite a rappresentare cosa il Governo sta facendo per le vere priorita’ di questa terra. Dopo, se volete, parliamo anche del Ponte di fuffa che ci avete propinato in questi anni”.
