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Emergenza cinghiali, Molinaro: “Allungare i giorni di caccia è una decisione essenziale e non più rinviabile”

“L’azione di un  esercito di selecontrollori è stata finora insufficiente a diminuire la presenza dei cinghiali, che sta determinando in modo esponenziale i danni agli agricoltori calabresi e alla filiera agroalimentare.  Infatti, è evidente un marcato abbandono di troppe aree agricole, forestali, produttive e problemi di sicurezza sulle strade e in generale per i cittadini”.
Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale uscente Pietro Molinaro.
“La presenza incontrollata dei cinghiali non può essere più sottovalutata. Manca ormai una esatta percezione della vastità della presenza degli ungulati, con uno sviluppo incontrollato della fauna selvatica; però è tangibile l’abbandono dei terreni sia quelli per uso domestico che ad uso imprenditoriale e gli agricoltori subiscono una decurtazione di reddito, perché vi sono meno prodotti da raccogliere e da rivendere. Seminare, coltivare non conviene, i cinghiali – chiosa il consigliere regionale Molinaro – raccolgono per loro! Cresceranno, dunque, la desertificazione e lo spopolamento nei piccoli centri. Le aree rurali, senza più la necessaria manutenzione garantita dal contadino, producono effetti devastanti sull’ambiente ad esempio con gli incendi. Al di là del piano straordinario occorre – propone Molinaro – attuare decisioni ed azioni a presa rapida come aumentare i giorni di caccia. Oggi in Calabria- riferisce – la caccia al cinghiale è prevista dal 1° ottobre al 31 gennaio e per tre giorni a settimana. Sono pochi! Occorre correre subito ai ripari.  Da non sottovalutare che ormai i pronunciamenti della suprema Corte di Cassazione impongono alle amministrazioni pubbliche il risarcimento dei danni”.
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