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Cosenza, al ‘Rendano’ va in scena la commedia “La Brandina” per la regia di Grazia Fasanella

Il Teatro Rendano di Cosenza ospiterà domenica 9 febbraio, alle ore 18,00, la commedia “La Brandina”, scritta e diretta da Grazia Fasanella, protagonisti soprattutto gli anziani del Centro sociale di Serra Spiga, ma affiancati anche da giovani interpreti ed artisti del canto, della musica e della danza. Si tratta della rivisitazione per il teatro firmata da Grazia Fasanella, scrittrice cosentina, specializzata in letteratura per l’infanzia, che ha riadattato una sua fiaba di qualche anno fa, inserita nel libro del Rotary International, “Magia Rotariana”, che raccoglieva 40 fiabe di altrettante scrittrici provenienti da tutto il mondo. Quella fiaba è diventata un testo teatrale che, come lo scritto da cui trae origine, veicola messaggi positivi, quali l’amicizia, la tolleranza e il rispetto, con la particolarità che una favola destinata ai bambini viene interpretata adesso da una compagnia teatrale quasi interamente formata da anziani o, per meglio dire, da diversamente giovani. L’iniziativa è patrocinata dall’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Franz Caruso impegnata in un percorso volto a favorire le azioni a sostegno dell’aggregazione e della socializzazione tra gli anziani, che ha anche e soprattutto l’obiettivo di creare le condizioni per farli uscire dalla solitudine e favorire il loro benessere psico-fisico e un approccio sempre più incline alla vita sociale. Lo spettacolo di domenica 9 febbraio è dedicato alla signora Fernanda Guzzo Magliocchi, scomparsa di recente e che nelle precedenti edizioni faceva parte del cast artistico della commedia. La signora Guzzo Magliocchi era la madre di Grazia Fasanella e, tra gli interpreti dell’edizione di quest’anno, c’è anche un altro figlio, Gianfranco Fasanella. “La Brandina” viene definita dalla regista Grazia Fasanella come “una commedia del cuore che nasce da una storia vera e che, passando in rassegna alcuni dei vizi capitali, come la superbia e l’avarizia, si conclude con un sussulto di inaspettata generosità che sorprende persino l’anziano che ne è destinatario (il protagonista Andrey Peybosky). La fiaba, mantenendo, specie nella prima parte, il registro ironico, ha un particolare significato e racchiude un importante messaggio sulla gentilezza di cui, ai giorni nostri, si sono perse sempre di più le tracce. Alla metafora sui sette vizi capitali, se ne aggiunge, infatti, un ottavo: l’ingratitudine”. Ai numerosi interpreti (impossibile ricordarli tutti) si affiancano l’arpa di Patrizia Mollica, la chitarra e l’organetto di Rocco Marco Moccia, la voce e il pianoforte di Roberta Intrieri, il tamburello di Agostino Murano, la voce della soprano Raffaella Filippelli e la tarantella di Maria Capalbo e Fabiola Ferraro.

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