“La Politica in Calabria: quando la Confusione diventa Norma e la competenza si dissolve in un boccale di birra. La Presidente Succurro ha finalmente ammesso di aver espresso parere favorevole allo scioglimento del Consiglio Comunale di Rende nella riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Lo ha fatto alla presenza del Sindaco del capoluogo di Provincia, dei rappresentanti delle forze dell’ordine, dei Procuratori della Repubblica e del Prefetto, ma lo ha fatto non per questioni politiche, bensì giudiziarie, dice lei.
Non sapevamo che la Succurro svolgesse anche funzioni giurisdizionali. Sapevamo che era sindaco di una città importante della Calabria, Presidente della Provincia e Presidente Anci Calabria. Tutti ruoli politici. Ha forse confuso la sua posizione?
Sedere di fianco a un Procuratore le ha fatto credere di aver ottenuto a titolo onorifico il ruolo di magistrato?
O più semplicemente è meglio non contraddire? “Captatio benevolentiae”, non si sa mai (la regione docet). Sta di fatto che la Presidente ribadisce attraverso i mezzi di stampa di aver espresso il suo voto per questioni giudiziarie e non politiche. Dalla secca risposta è evidente che la Succurro ignora (nel senso che non conosce) la distinzione tra gli aspetti giudiziari (che investono solo alcuni rappresentanti del comune) e il provvedimento di scioglimento inteso come l’extrema ratio dell’ordinamento per salvaguardare la funzionalità dell’amministrazione pubblica.
La Presidente ignora che, pur in presenza di procedimenti giudiziari, non necessariamente si procede allo scioglimento di un Consiglio Comunale (è stato il caso di Rende con l’amministrazione Bernaudo/Principe, Presidente della Provincia Mario Oliverio che si è opposto tenacemente allo scioglimento del Consiglio Comunale).
Ignora la grammatica costituzionale per cui prima di una sentenza definitiva nessuno può essere considerato colpevole e che nessuna comunità dovrebbe essere così tanto penalizzata da una legge di stampo inquisitorio.
Ignora, ma forse questo è davvero troppo, che i giudici di Strasburgo hanno più volte evidenziato la disfunzione di una prevalente funzione repressiva e sanzionatoria, rispetto alla finalità preventiva. Ignora che Anci Nazionale ha espresso da tempo la necessità di una rapida e radicale revisione della legge che prevede lo scioglimento dei comuni e che per tutti questi motivi Anci Calabria, che lei oggi presiede, ha presentato un testo di modifica al discusso istituto previsto dall’art.143 del TUEL.
Ignora che quasi tutti i provvedimenti di scioglimento che hanno colpito i comuni calabresi sono poi risultati infondati e pretestuosi.
Ignora che nel caso di Rende il riesame e la cassazione hanno ribadito che i reati contestati sono privi di gravità indiziaria. Sarà il verbale della seduta a chiarire, una volta acquisito, cosa è realmente accaduto.
Noi restiamo in attesa di sapere se, a proposito del voto del Sindaco di Cosenza, vi sia stato un errore di verbalizzazione. L’avvocato Caruso, in più occasioni, ha precisato di aver votato contro lo scioglimento del consesso civico. La relazione a firma del Prefetto di Cosenza parla di astensione. Vicenda sempre più inquietante.
Stimata Presidente, a questo punto vogliamo essere diretti: alla luce di tutto quello che ignora, non è forse Lei quella che non dovrebbe fare confusione?”
Il Suo voto ha avuto un peso politico non trascurabile, andando ad inficiare l’autonomia di uno dei comuni più importanti della Calabria, sospendendo la normale dialettica democratica e interrompendo il rapporto tra corpo elettorale e Consiglio Comunale.
Come Presidente della Provincia si è forse consultata con i Consiglieri provinciali? O forse anche in quella sede sono venuti a mancare i basilari principi di democrazia?
La delicatezza di questo Suo ruolo avrebbe dovuto richiedere la massima serietà, oltre chiaramente la piena consapevolezza che la Sua sfera di competenza è politica. Vista l’ambiguità del suo atteggiamento, non le sembra ulteriormente inopportunofesteggiare insieme alla commissaria Prefettizia la conquista del nuovo feudo alzando un boccale di buona birra?”.
E’ quanto si legge in una nota del Laboratorio Civico di Rende.