Organizzato dalla sezione reggina dell’AIDM (Associazione Italiana Donne Medico) con la collaborazione della Commissione Pari Opportunità e Medicina di Genere dell’Ordine dei medici della provincia di Reggio Calabria, si è tenuto sabato scorso, nell’auditorium dello stesso Ordine, il Corso ECM (Educazione continua in Medicina) sul tema: “Medicina genere specifica: un approccio innovativo alle disuguaglianze di salute nei senzatetto”.
Un incontro che ha permesso di mettere in luce la realtà degli “homeless”, gli individui senza fissa dimora, trattare le principali patologie che li colpiscono, di discutere sulle strategie da intraprendere rispetto ad un fenomeno davvero preoccupante dal punto di vista sanitario e sociale, evidenziati dai dati Istat del 2021 secondo i quali il numero degli emarginati e senzatetto ammonta a 96.127 (65.407 maschi e 30.790 femmine) di cui il 38 per cento di origine straniera.
“Si tratta di un incontro molto importante – ha evidenziato la dottoressa Anna Rosaria Federico, presidente sezione AIDM di Reggio Calabria, subito dopo i saluti in video della presidente nazionale AIDM, Antonella Vezzani, della dottoressa Serenella Caristo, delegata regionale AIDM Calabria e del presidente dell’Ordine, dottore Pasquale Veneziano – perché riguarda i senzatetto, popolazione molto disagiata, e l’AIDM non si occupa solo della salute della donna ma delle discriminazioni di genere. Quindi, a maggior ragione, in questo caso cerchiamo di migliorare e intervenire riguardo la prevenzione e la cura e per rafforzare la centralità della persona”. Nel corso dell’incontro si è discusso, tra l’altro, delle principali patologie dei senza tetto, in aumento nel nostro Paese in seguito alla crisi economica e la pandemia. “I numeri sono aumentati del 20 – 25 per cento con rischi di malattie più elevate e una aspettativa di vita più bassa – ha spiegato la presidente della sezione reggina dell’AIDM – il tasso di morbilità e mortalità è molto alto e i medici purtroppo da questi soggetti sono visti come stigmatizzanti e quindi gli stessi tendono all’isolamento. Per quanto riguarda la popolazione delle donne occorre considerare due gruppi: quelle con i bambini e quelle solitarie. Il nostro obiettivo è quello di curare e prevenire soprattutto le malattie di questa fragile popolazione migliorando soprattutto l’accesso ai servizi. Perché il problema – ha sottolineato la dottoressa Anna Rosaria Federico – è proprio il rapporto che hanno con le strutture sanitarie. Speriamo di raggiungere l’obiettivo cercando di migliorare l’esito clinico delle malattie in modo tale che possano migliorare anche i costi sociali. Bisogna aggiungere che, rispetto a questa situazione – conclude la presidente della sezione reggina dell’AIDM – l’impegno del volontariato è notevole perché gli aiuti e l’assistenza sono soprattutto nelle loro mani. La salute è un diritto fondamentale universale e quindi ci auguriamo che vengano valutate le priorità affinché questo fenomeno migliori, come pure quello della emarginazione, quest’ultimo vissuto pesantemente anche nel campo della salute”.
Per Serenella Caristo, delegata regionale AIDM Calabria, il tema trattato nel corso dell’incontro è uno di quelli completamente dimenticato. “Anche la letteratura scientifica non ci aiuta perché i lavori pubblicati su queste problematiche sono davvero pochi, nonostante siano incalzanti. Si pensava che questo fenomeno fosse appannaggio delle megalopoli d’oltreoceano ed invece è presente in maniera preoccupante negli stati europei e in Italia, soprattutto nelle città del Nord. Si tratta di un fenomeno che è aumentato moltissimo ed anche i dati Istat non ci aiutano perché l’ultimo risale a molti anni addietro e quindi non è sicuramente aggiornato”.
Interessante la relazione della dottoressa Giovanna Campolo, neuropsichiatra infantile ed associata all’AIDM, sulle donne senza fissa dimora e sugli aspetti psicosociali e psichiatrici di genere. “Il convegno tocca un tema innovativo proprio perché è un tema debole per il quale l’AIDM ha pensato di volersi occupare. Ho cercato di evidenziare con la mia relazione i senzatetto, soprattutto donne, con il problema della salute mentale. La vera verità che è venuta fuori è che questi argomenti, sia della salute mentale che degli homeless, è carica di preconcetti e di stigma. Lo stigma è una cosa che è dentro di noi e rappresenta un limite per qualunque tipo di ricerca e di progetto risolutivo e per qualunque argomento”.
Per Agnese Mollo, presidente della sezione AIDM Calabria, Riviera dei Cedri, “un tempo questo fenomeno era più frequente negli Usa mentre adesso è più generalizzato, una vera e propria emergenza medico-sanitaria che riguarda anche l’Italia e il nostro Meridione. In quanto Associazione Italiana donne medico vorremmo dare, per quanto possibile, il nostro contributo per affrontare questi problemi di emergenza sanitaria e sociale.
E’ inoltre intervenuta la dottoressa Tindarita Todaro, segretario OMCeO di Vibo Valentia e vicepresidente CAO (Commissione Albo Odontoiatri) della stessa città, la quale ha rimarcato l’importanza del Corso “perché evidenzia quanto la Medicina di genere, intesa non solo come differenza tra uomo e donna, riesce a darci un orientamento di quello che dovrebbero essere le direttive di cura ed occupazione di questi soggetti”.
All’incontro hanno relazionato, nel corso delle varie sessioni, i seguenti medici: Anna Rosaria Federico, presidente sezione AIDM di Reggio Calabria; Giovanna Campolo, neuropsichiatra infantile; Giuseppe Foti, Direttore UOC Malattie Infettive del Gom; Pietro Volpe, Direttore Dipartimento cardio-toracico-vascolare del Gom; Marianna Bevacqua, dirigente medico UOC di Urologia abilitata al trapianto, Gom; Giovanna Malara, libero professionista dermatologia e venereologia; Carmelo Covani, specialista ambulatoriale Chirurgia pediatrica Asp 5 RC; Caterina Romeo, specializzanda in Oncologia Medica AOU Renato Dulbecco di Catanzaro; Domenica Maria Germanò, odontoiatra, libero professionista; Hanno moderato le diverse sessioni dell’incontro i dottori Carmela Vittoria Marchese, Agnese Mollo, Annamaria Rosato e Teodoro Vadalà.