“Pochi possono dirsi: “Sono qui”. La gente si cerca nel passato e si vede nel futuro” - Georges Braque
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Reggio, l’imprenditore Quattrone su gru del nuovo tribunale. La protesta contro i giudici

Un imprenditore Francesco Gregorio Quattrone, di 66 anni, già proprietario del locale “Arca di Joli” e coinvolto in passato nel processo “Olimpia”, da cui è stato prosciolto e, nel 2012, finito al centro dell’inchiesta “Entourage” condotta della Dia che gli ha sequestrato beni per circa 20 milioni di euro, è salito stamane per protesta a Reggio Calabria su una gru del cantiere del nuovo palazzo di Giustizia in costruzione davanti al Cedir, sede degli uffici giudiziari reggini.

Dopo qualche ora di protesta, Quattrone è sceso ponendo fine alla sua protesta. Pur essendo stato assoluto nel secondo processo, i beni di Quattrone sono stati confiscati al termine del procedimento parallelo, e slegato dal processo penale, istruito davanti alla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria. Già a fine 2022, l’imprenditore si era incatenato davanti agli uffici giudiziari ed era stato ricevuto pure dal procuratore Giovanni Bombardieri.

Oggi l’ennesima protesta accompagnata da un video messaggio pubblicato sulla sua pagina facebook. “Io sono QuattroneFrancesco Gregorio – aveva affermato nel filmato postato sul canale social – l’imprenditore derubato da questa ingiustizia italiana. Oggi è il 4 settembre 2023 e io, come avevo anticipato giorni addietro, sono qui, a circa 20 metri a rischiare la mia vita. Ne vale la pena”.

“Sono qui – ha aggiunto – a farmi notare perché stamattina vorrei parlare con qualcuno di Mediaset e non con i giudici. Soprattutto quelli che hanno approvato la mia ingiustizia fino a oggi. Io starò qua, rischierò quello che rischierò perché, per me, per i miei sacrifici per quelli dei miei genitori, dei miei figli e di mia moglie, ne vale la pena. Io non chiedo niente se non un po’ di voce e di visualizzazioni sui media”.

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