Dopo la bellissima e in qualche modo storica finale di Wimbledon, il circuito del tennis si immerge nel consueto calendario estivo, diviso tra tornei sulla terra battuta europea e trasferimento in America, per le competizioni in preparazione allo Us Open, ultimo Slam dell’anno 2023.
Punti preziosi
L’epilogo di Wimbledon ha in qualche modo sconquassato il mondo del tennis, perché se è vero che ormai tutti avevano pienamente compreso il potenziale e la forza di Alcaraz, al contempo ben pochi si aspettavano che il giovane fenomeno spagnolo potesse sin da subito trionfare sui prati dei Championships. Non a caso le quote delle scommesse sportive su Betfair davano per favorito l’eterno Djokovic, sia all’inizio della manifestazione sia alla vigilia della finale. Alcaraz invece ha completato un vero e proprio passaggio di consegne, con quell’ultimo game al quinto set, giocato con clamorosa classe e coraggio, consacrazione verso un presente già da numero uno al mondo e un futuro con ogni probabilità pieno di successi.
Archiviata questa importante pagina, il carrozzone tennistico si è spostato sulla terra battuta, per un filotto di tornei da disputare in Europa sulla terra battuta. Bastad e Gstaad, poi Amburgo e Umago, eventi frequentati sia da giocatori top 10 che vogliono conquistare punti utili per la caccia alla qualificazione alle ATP Finals, sia da giocatori di media classifica che vogliono provare a conservare o innalzare il proprio ranking, sfruttando magari una superficie dove si sentono particolarmente a loro agio.
Approdo negli States
In parallelo con i tornei europei ci si prepara a volare verso gli Stati Uniti, per un mese di agosto come al solito ricco in termini di eventi da disputare sul cemento americano. Atlanta, Washington, Los Cabos, per arrivare poi dal 7 agosto alla consueta doppietta Masters 1000 Toronto + Cincinnati, in preparazione a Flushing Meadows, ultimo Slam dell’anno. Quotate in ogni singolo match anche nell’ambito delle scommesse tennis, sono tappe di solito molto interessanti, con un campo di partecipazione di buon livello che va a convergere verso gli appuntamenti di primo piano, dove, infortuni a parte, quasi tutti i big si ritrovano ai nastri di partenza, salvo eccezioni comunque comprensibili.
È il caso ad esempio di Djokovic, il quale ha già annunciato l’assenza da Toronto, per motivi chiaramente legati all’età e alla necessità di preservare le energie, fattore da non sottovalutare in particolare per le alte temperature, l’umidità e gli sforzi che il gioco sulle superfici dure richiede. Il serbo salterà il Canada ma sarà senz’altro a Cincinnati e a New York. Una scelta simile sarà forse fatta anche da qualche altro atleta top, ma non ci sono dubbi sul fatto che il livello rimarrà molto alto.
Il tennis dunque non si ferma. Salutata l’erba (o ciò che ancora ne resta), si viaggia tra terra e cemento verso nuove emozioni e nuove conferme o sorprese, anche per quanto riguarda l’Italia, nell’attesa di veder finalmente Sinner alzare un trofeo di primissima fascia, o di esultare per le imprese dei vari Berrettini, Musetti e Sonego.