di Paolo Ficara – Otto partite con due gol e due assist. Un ruolino di marcia di tutto rispetto per Rigoberto Rivas, giunto alla quarta stagione con la maglia della Reggina. Un campionato che si preannuncia come quello della consacrazione. Ruolo e condizione psicofisica stanno consentendo all’honduregno di esprimere finalmente tutto il suo potenziale.
MENEZ – Il francese lo ha preso fin dalla passata stagione sotto la propria ala protettiva. Portandolo anche a San Siro a gustarsi un derby. Non è un caso che i due passaggi vincenti di Rivas siano finiti proprio sui suoi piedi, a Ferrara e per la gemma del parziale 2-0 al Palermo.
INZAGHI – Ad opporsi fermamente alle richieste arrivate per l’honduregno è stato il mister, abile poi ad inquadrarlo nel tridente come attaccante esterno. Gli interessamenti di Salernitana e Spezia, poi l’offerta concreta degli svizzeri del Sion: sempre Inzaghi a ribadire che Rivas non si sarebbe mosso da Reggio. Un attestato di stima non da poco, per un tecnico che in quel ruolo in B ha avuto tra le mani gente come Sau e Palacio.
NAZIONALE – L’Honduras ha fallito in malo modo la qualificazione ai Mondiali in Qatar. Rifondazione, nuovo commissario tecnico. Rigoberto Rivas tra i pochissimi del precedente gruppo ad essere richiamato, con tanto di fascia da capitano alla prima amichevole contro l’Argentina. Emozionante affrontare Leo Messi, importante essere utilizzati anche in nazionale nello stesso ruolo in cui si disimpegna nella Reggina.
CLUB – Detto delle richieste estive e del niet di Pippo Inzaghi, la società è stata abile a non tentennare più di tanto circa l’adeguamento contrattuale per l’honduregno. Adesso ha tra le mani un calciatore il cui valore di cartellino può essere pari al doppio, rispetto alla proposta del Sion. Rivas è praticamente l’unico monetizzabile, in un organico pieno zeppo di calciatori dai 28 anni in su, con qualche giovane preso in prestito dalle big di A mentre Provazza, Ejjaki et similia sono stati spediti in Serie C.