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Reggina, Falcomatà: “Il tempo è scaduto, per tutti. Infantino fischiato dopo essersi impegnato, ma…”

“La Domotek è un esempio di programmazione, da un paio d’anni. Coinvolgendo il sentimento del pubblico reggino, i risultati si raggiungono anche senza i favori del pronostico”. Forse nemmeno Alfredo Auspici immaginava che dopo tale frase del sindaco Giuseppe Falcomatà, al suo microfono all’interno del PalaCalafiore, sarebbe partito un nuovo ipotetico invito a liberare la Reggina.

Beccato dal noto anchorman reggino poco prima della sfida di Serie A3 tra Domotek Volley Reggio Calabria e Gaia Energy Napoli, l’ormai consigliere regionale Falcomatà si è lasciato poi andare a commenti sulla Reggina: “Due anni fa avevo detto che non si poteva vivacchiare, e sono stato attaccato. Ora siamo un gradino più in giù del vivacchiare. Credo che il tempo sia scaduto per tutti”.

“Noi non possiamo permetterci di navigare in queste acque. Se ci sono delle occasioni che possano aiutare anche la società a crescere, a migliorare e a portare la squadra in campionati che la città merita, non si può fare finta di nulla”. Ha tuonato Giuseppe Falcomatà, prima che Alfredo Auspici chiedesse se qualcuno ha bussato alla porta della Reggina.

“Quando è venuto Infantino, ha preso un impegno preciso con la città. Pubblicamente, ha detto che si sarebbe impegnato in prima persona. Per garantire un futuro alla Reggina – ha specificato il sindaco sul Presidente della FIFA – Credo che se lo dice il numero 1 del calcio mondiale, significa che ha la possibilità di farlo. Dopodiché, allo stadio lo abbiamo fischiato. Immotivatamente. Questo non è stato un bel messaggio. Una cosa mortificante, per una città che gli aveva appena conferito la cittadinanza onoraria”.

Sempre incalzato da Auspici, la chiosa di Falcomatà è stata la seguente: “Capisco la confusione del tifoso, sentitosi defraudato dal fallimento e dalla ripartenza dal dilettantismo. Ma si è protestato verso chi non ha responsabilità, due ore dopo aver detto che si sarebbe occupato della Reggina. Dobbiamo tornare indietro. Manderemo un vassoio di petrali al Presidente Infantino”.

p.f.

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