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Trionfa “Numeri” di Luk alla tredicesima edizione di “Music for Change”: il cambiamento cantato e raccontato al Teatro Rendano di Cosenza

di Roberta Mazzuca – Giunge al termine la tredicesima edizione di “Music for Change”, con una giornata ricca di emozioni, divertimento, e forti messaggi di sensibilizzazione. Nella giornata di ieri, presso il Teatro Rendano di Cosenza, hanno avuto luogo i due momenti conclusivi della manifestazione, con le esibizioni degli artisti e la serata dedicata alle premiazioni. “Music for Change”, organizzato dall’associazione “Musica contro le mafie” sotto la direzione artistica di Gennaro De Rosa, chiede proprio alla musica, per il tredicesimo anno consecutivo, di raccontare il cambiamento, coinvolgendo gli artisti in un percorso di crescita professionale ma, soprattutto, umana. Un viaggio dentro otto temi da cui trarre ispirazione: resistenze e democrazia, ambiente ed ecologia, cittadinanza digitale (e derive), parità di genere e diritti Lgbtq+, lavoro e dignità, migrazioni e popoli, disuguaglianze e marginalità sociale, rigenerazione e futuro. Otto temi per otto finalisti, che sul palco hanno saputo trasmettere passione, grinta, forza, ma più di tutti coraggio di urlare, attraverso voce, corpo e sentimento, il loro profondo desiderio di cambiamento.

Una manifestazione che riveste, dunque, un’importanza sociale non indifferente, e che rischia di essere trascinata via dalla scarsa attenzione riservata ai luoghi della cultura che, ahimè, ormai è regola nella città di Cosenza. “Non abbandonate i BoCs Art, quello è un posto meraviglioso, che sta per crollare. Proprio per questo è forse l’ultimo anno che porteremo le nostre attività a Cosenza” – afferma con non poco rammarico Gennaro De Rosa dal palco del Rendano.

Le esibizioni: otto temi per otto finalisti

La giornata conclusiva della manifestazione che, per dieci giorni, ha animato la città di Cosenza con tantissimi eventi collaterali, ha avuto inizio già dal mattino. Di fronte ad un pubblico di studenti provenienti da scuole di tutta Italia, gli otto concorrenti si sono esibiti nella finale, condotta dal cantautore romano Avincola. A valutare i brani proposti dagli artisti un pubblico di giovanissimi giurati Alpha Zeta, oltre a tre artist deciders: Gabriella Martinelli, giovane tarantina vincitrice di Area Sanremo 2019, Zulù dei 99 Posse, e Roy Paci.

Prima a salire sul palco la travolgente Esdra con la sua “Malasorte”, che racconta il tema rigenerazione e futuro, con una carica mista ad una forte intimità, in grado di trasmettere il profondo senso di disagio e di inquietudine delle nuove generazioni. “Nostalgico di ciò che non ho avuto”, canta il pezzo, che racchiude in sé amarezza e rabbia, per quel futuro negato da chi avrebbe dovuto garantirlo: “Penso che, fra tutti, questo sia il tema più ampio” – afferma la giovane cantautrice. “Ho cercato di scrivere qualcosa di sentito per me ma, al contempo, per tutta la mia generazione. Mi sono chiesta: come posso far sentire la mia voce, l’angoscia che io, che ho vent’anni e che dovrei essere spensierata, devo invece accollarmi a causa delle generazioni precedenti? Così nasce ‘Malasorte’”. Una visione vera nella sua drammaticità: “Non vorrei che pensassi che le generazioni precedenti, di cui io peraltro faccio parte, ti abbiano affossata. Piuttosto, sono state le classi politiche precedenti” – chiarisce, però, Roy Paci. “Bisognerebbe dare più spazio a talenti originali come i tuoi”.

 

Per il tema perdita e rigenerazione, ad esibirsi è Heren Wolf con “Chloe”, dedicata proprio alla storia di Cloe Bianco, la professoressa transgender che, discriminata per essere entrata in classe con abiti femminili, si è tolta la vita dandosi fuoco. “Per risorgere hai aspettato una vita intera”, si sente tra le note strazianti di questo canto alla vita e alla libertà. “Nessuno è libero fin quando tutti non saremo liberi” – afferma Heren Wolf di fronte al suo pubblico. “Fino a quel punto, ci sarà sempre da lottare”. Una presenza scenica e una sensibilità non indifferenti quelle del cantautore che, con la sua voce, ha saputo dare corpo non soltanto a un tema, ma all’anima stessa di chi vive quotidianamente e sulla propria pelle il dolore della discriminazione e della violenza.

Heren Wolf

Sale, poi, sul palco, Enzo Colursi in arte Luk con “Numeri”, ed è subito pelle d’oca fin dalle prime note. Quattro storie che si intrecciano, quattro mondi lontani che, fin da subito, scorrono davanti ai nostri occhi, toccando le corde più profonde e devastate dell’anima. “Immenso”, “una potenza della natura”, i commenti dei giudici, di fronte ai quali Luk spiega come quella di raccontare storie e dolori di altri sia stata, per lui, una vera e propria sfida. Una sfida, c’è da dirlo, pienamente riuscita, che ha lasciato bocche aperte e cuori pronti ad aprirsi a quel cambiamento di cui “Music for Change” è portavoce.

Luk

“Talvolta le cose belle nascono dalla reazione agli orrori” – affermano, prima di esibirsi, i Vandarko, che con la loro “Bassifondi” spettinano l’intera platea, grazie ad un’energia che non ha pari, ma anche ad una forte ironia nella scrittura del testo. “Mi sbronzo col wifi” o “conoscenza limitata, ho imparato tante lingue senza mai uscire di casa”, sono solo alcune delle rime contenute nel pezzo che si fissano prepotentemente nel nostro immaginario, raccontandoci un mondo che è sconvolgentemente reale nella sua follia.

Vandarko

Ancora, è la volta del gruppo Riva con il brano “Graffi”, che racconta il tema del cyber risk. Lo fa, però, attraverso una lettura inedita che tocca, inaspettatamente, il concetto di fiducia: “Abbiamo cercato di rendere il tema più universale, con una serie di immagini che restituissero questa idea. Senza fiducia non esisterebbe nulla, l’amore, i rapporti, le relazioni, la vita, e il revenge porn, ad esempio, è un tradire questa fiducia”. Partire, dunque, da un concetto positivo per raccontare uno dei fenomeni più pesanti e terribili della nostra società, con un singolare ed originale approccio al tema che ha rappresentato uno dei punti di forza della loro esibizione.

Riva

Sul tema ambiente ed ecologia, un’insolita esibizione di Roberta Russo in arte Kyotolp. Con il suo brano “Scenari”, l’artista ci ha accompagnato a piccoli passi in un particolare viaggio, inquieto ma sentito, verso un “futuro rotto e sfocato”, come lei stessa lo definisce, percepibile già dai primi suoni. Particolarità di Kyotolp, infatti, l’utilizzo quasi esclusivo della voce e la tecnica del beatbox: “Io parto dal suono, e mi è stato detto che sentendo anche solo la mia musica, si capisce quello che voglio dire al di là del testo”. Una musica immersiva, che racconta al di là delle parole ma che, completata da esse, restituisce un’immagine nitida e chiara, seppur sconcertante, del nostro futuro e di quello del nostro pianeta.

Kyotolp

Penultima esibizione quella di Olivia xx con “Bonus libertà” per la categoria di resistenze e democrazia. Un racconto fatto di giochi di parole mirati e pungenti, accompagnati da una voce sicura e decisa, che restituiscono uno spaccato autentico della nostra attualità, in un’atmosfera da far venire i brividi. “La storia si ripete sempre due volte, diceva Marx: prima come tragedia, poi come farsa. ‘Bonus libertà’ è la storia della farsa in cui stiamo vivendo”. Così la descrive la cantautrice prima di raccontare tutto attraverso la sua musica, con un’intensità da lasciare senza fiato: “Nonno, raccontami com’erano fascisti, com’erano fascisti quelli là, e dimmi che non sono come questi qua”.

Olivia xx

A chiudere in bellezza queste entusiasmanti ed emozionanti esibizioni, Alo con “Cameriere”. Una vera e propria hit, che coinvolge già al primo ascolto, così come l’energia di chi la canta, e che racconta della differenza tra la vita che sogniamo e la realtà del lavoro nel nostro Paese. Musicalità, voce, testo fresco ma significativo i punti di forza di Alo e del suo brano, che si conclude con delle parole che attraversano il cuore come la lama pungente di un coltello: “Puntavo a fare il disco d’oro, ma sono morto sul lavoro”. “Credo tantissimo nella potenzialità della musica leggera” – commenta il cantante, dopo aver regalato al pubblico un momento di condivisione e leggerezza intriso di una profondità per niente banale.

Alo

La mattinata si è, poi, conclusa, con l’esibizione dello stesso Avincola, che ha salutato il proprio pubblico con il brano “Gol”, tirando, insieme alla platea, “un calcio alla malinconia”.

Avincola

Le premiazioni e gli ospiti: Rancore premiato per “Freccia” e gli Eugenio in Via Di Gioia per l’album “Amore e Rivoluzione”

In serata, infine, le premiazioni. Luk conquista il podio con il brano “Numeri”, seguito da Olivia xx ed Alo. Il Premio Acep/Unemia va ad Alo, il Premio Musa Factory ad Esdra, la Menzione Speciale Club Tenco a Luk e Riva, e la Menzione Speciale dell’Associazione Musica contro le mafie ad Olivia xx.

A seguire, due momenti musicali con protagonisti il rapper Rancore ed il gruppo Eugenio in Via Di Gioia, preceduti da altrettante premiazioni. In particolare, Rancore è stato premiato per “Freccia”, brano dal testo complesso e multiforme, tratto dal suo ultimo album “Xenoverso”. Una canzone che esplora diversi aspetti della realtà, conosciuta e non, che offre nuovi punti di vista su ciò che viviamo, stimolando una riflessione profonda sul desiderio di rigenerazione e di futuro. “Questo premio è per me simbolo stesso di cambiamento” – commenta l’artista.

Rancore

“È la prima volta che premiamo un intero album” – afferma Gennaro De Rosa in riferimento agli Eugenio in Via Di Gioia, che ricevono il premio per l’album “Amore e Rivoluzione”, capace di fondere insieme moltissimi dei temi di “Music for Change”. Lavoro e Dignità nel brano “Quarta Rivoluzione Industriale”, Ambiente ed Ecologia in “Terra”, Cittadinanza Digitale e Cyber Risk in “Rabbia” ed infine nel tema principe di questa edizione Rigenerazione e Futuro in “Plot Twist”, “Utopia” e “Filastrocca per Grandi”.

Eugenio in Via Di Gioia

Proprio l’esibizione degli Eugenio in Via Di Gioia racchiude, a conclusione della serata, l’intero spirito della manifestazione e dei principi che “Music for Change” rappresenta. Con la simpatia, l’ironia, il gioco, unito però alla profondità, alla riflessione, alla sensibilità che, insieme, li contraddistingue, gli Eugenio in Via Di Gioia hanno saputo restituire la forza e la potenza di come un messaggio più che mai attuale e pesante, come quello del cambiamento, possa essere veicolato per mezzo di una sensibile allegria, di una ritrovata condivisione, di una pacifica collaborazione. “Ogni giorno ci sentiamo impotenti, e l’unico modo per non sentirci così è attraverso le microrivoluzioni. Provare, cioè a migliorare il posto in cui viviamo: la Regione, più piccolo, la città, più piccolo, il paese, più piccolo, la famiglia, più piccolo, la nostra testa”. Iniziare dal più piccolo cambiamento, affinché quello stesso cambiamento risuoni, grande, nel mondo.

Il valore civico di Music for Change e l’esposizione di “Quarto Savona 15”

Appuntamento collaterale di “Music for Change” anche l’esposizione in piazza XI Settembre di “Quarto Savona 15”, i resti della Fiat Croma blindata su cui viaggiavano gli uomini della scorta di Giovanni Falcone, che persero la vita nella strage di Capaci il 23 maggio di trent’anni fa. Per ricordare proprio l’intento civile del premio, nei giorni del 13 e 14 ottobre la “Quarto Savona 15” è approdata nella città di Cosenza, nella sua unica tappa calabrese, grazie all’impegno di Tina Montinaro, moglie di Antonio Montinaro, agente caposcorta di Falcone.

 

 

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