Avere più di 80 anni e non aver mai suonato meglio. Lui è Charles Lloyd, leggenda della musica jazz mondiale che sabato 23 luglio sarà ad Armonie d’Arte.
Il celebre sassofonista, espressione di quando la profondità del suono riflette una vita di esperienza, si esibirà al Parco Archeologico di Borgia, in provincia di Catanzaro, per la XXII edizione del Festival diretto da Chiara Giordano.
Ad accompagnarlo ci sarà Bill Frisell, uno dei maggiori chitarristi americani dagli anni ’80 ad oggi, insieme a Reuben Rogers al basso e Kendrick Scott alla batteria.
Candidato alla Memphis Music Hall of Fame, destinatario del prestigioso Chevalier des Arts et Lettre dal ministro della cultura francese e nominato “Jazz Master” dal National Endowment for the Arts, il più alto onore che gli Stati uniti possano tributare ad un musicista jazz, Lloyd ha una storia leggendaria nel mondo della musica e potrebbe sicuramente essere in grado di rallentare e riposare sugli allori ma continua a viaggiare ad una marcia più alta e ben calibrata. I suoi concerti e le sue registrazioni sono eventi di incontaminata bellezza ed eleganza, pieni di emozioni e passioni intensamente sentite che toccano nel profondo del cuore. Non un mero intrattenimento, ma l’espressione potente e incorrotta della bellezza attraverso la musica.
Gli fu dato il suo primo sassofono all’età di 9 anni. Da adolescente Lloyd suonava jazz con il sassofonista George Coleman ed era un sideman per i grandi del blues quali Johnny Ace, Bobby Blue Bland, Wolf e B.B. King.Prima di dare il via alla carriera da leader Lloyd ha fatto una lunga gavetta nella sua città, Memphis. Il grande successo arriva nella seconda metà degli anni ’60 con Dream Weaver, il primo disco, in studio, del nuovo quartetto con Keith Jarrett, Jack DeJohnette e Cecil McBee. Soprattutto dai dischi live si sprigiona una straordinaria energia creativa. In questo periodo Lloyd approfondisce il suo interesse per i suoni dell’est del mondo (la world music la suonava quando questo termine nemmeno esisteva) e verifica anche una sintonia con le rock band della West Coast come Beach Boys, Canned Heart, Doors, Grateful Dead.
Dopo una lunga parentesi di riflessione (sarebbe meglio dire, di meditazione) negli anni ’80 Lloyd ricomincia a fare dei tour anche in Europa e per documentarli esce un disco registrato per la Blue Note dal vivo a Copenhagen. Il pianista è Michel Petrucciani. Manfred Eicher lo fa incidere per la ECM a partire dalla fine degli anni ’80 ed è difficile scegliere i titoli più rappresentativi in un catalogo di straordinaria qualità. Infine, ed è cronaca recente, Wild Man Blues segna dopo trent’anni il ritorno di Lloyd alla Blue Note. Altri tre dischi per la stessa etichetta sono a nome di Charles Lloyd & The Marvels e del New Quartet. A 84 anni, Lloyd rimane una forza vitale e creativa nel mondo della musica e delle arti e trascinerà sicuramente il pubblico di Armonie d’Arte Festival.
Sulla connessione tra questo concerto, il macro tema del Festival (Nuove Rotte Mediterranee) e la sua declinazione per l’annualità 2022 (Transiti) Chiara Giordano commenta: “Il mondo americano e quello europeo hanno un dialogo acclarato e solido, non fosse altro perché il mondo americano ha una radice europea ed italiana fortissima. E dell’Italia tanta America ne ha parlato i dialetti, quelli del “sud” soprattutto. Quell’Italia ha viaggiato lungo rotte mediterranee. Le stesse che poi, pur diventando atlantiche, hanno conservato e portato “dall’altra parte” quella cultura sviluppata nel cuore del Mare nostrum e matrice nobile dello spirito occidentale tutto, dei suoi concetti e pratiche, antiche e ancora fondamentali, di giustizia e libertà. Italia–America–Italia e così via, appunto “transiti” fecondi che hanno generato il nostro tempo”.