“Bisogna imparare. Soprattutto hanno da imparare quelli che insegnano agli altri. Ma sono quelli che hanno meno voglia di imparare” - Lev Trotsky
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Il premio Oscar Tim Robbins al ‘Magna Graecia Film Festival’: “La Calabria è una terra incantevole, bellissima vacanza”. E ai giovani dice: “Fate film senza chiedere il permesso”

“La Calabria è un buon luogo per fare vacanza. E’ incantevole. Vengo da Ponza, dove ho fatto una bellissima vacanza. Ogni volta che visito l’Italia, ne trovo una diversa in ogni regione. Firenze, Milano, Venezia, Cesenatico, la Calabria, la sensazione è come se stessi visitando un paese diverso ogni volta”. Lo ha detto il premio Oscar Tim Robbins ospite del Magna Graecia Film Festival rispondendo alle domande dei giornalisti a margine della conferenza stampa che si è tenuta oggi alla Cittadella regionale di Catanzaro.

L’attore statunitense riferendosi in particolare ai giovani calabresi che intendono affacciarsi nel mondo del cinema, ha aggiunto: “Auguro loro buona fortuna, gli consiglio di seguire il proprio cuore e di non accettare un no come risposta. Devono essere forti ed al contempo umili, senza atteggiarsi a fare gli esperti, perché gli esperti non esistono. Fate film senza chiedere il permesso”.

”Ho compiuto 65 anni, una volta a questa età si andava in pensione: io mi sono ritirato dalle campagne elettorali”. Risponde così Tim Robbins, attore da sempre schierato politicamente ospite al Magna Graecia Film Festival per ricevere la Colonna d’Oro e dove, venerdì 2 agosto, si esibirà in concerto con il suo gruppo, i Tim Robbins and the Rogues Gallery Band, all’arena porto di Catanzaro.

In merito alle elezioni americane il premio Oscar risponde: ”Kamala Harris? No comment. Ma provate a chiedere un parere ai detenuti in California. Comunque, ci sarebbe anche un terzo candidato (si riferisce all’indipendente Robert F. Kennedy, Jr., ndr). Non è un endorsment, però è strano che nessuno ne parli”.

E su chi, parlando dell’attentato a Donald Trump, tira in ballo Bob Roberts, il film da lui scritto, diretto e interpretato nel 1992 in cui un immaginario candidato al Senato conservatore e populista mette in scena un tentato omicidio a fini elettorali, Robbins risponde: ”È un parallelismo che mi offende. La situazione attuale è completamente diversa e più lacerata: le persone sono alimentate dall’odio e si rifiutano di ragionare, non provano empatia né compassione. Spero che si possa tornare a una condizione in cui ci sia maggiore comprensione reciproca anche nel dissenso. Solo così possiamo imparare qualcosa e migliorarci grazie alle esperienze altrui”.

Critico sui lockdown, Robbins lamenta un brutto clima sociale negli Stati Uniti: ”Il grande pericolo è l’isolamento nei nostri pensieri. Siamo sempre più indignati e arrabbiati, adottiamo comportamenti tribali, abbiamo perso il valore dello stare insieme e scambiarci opinioni differenti. Dobbiamo cambiare per riconquistare l’umanità”.

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