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Reggina: Santonico si ricongiunge a Granillo e Maestrelli, si spegne a 79 anni il bomber della prima Serie B

di Paolo Ficara – Stavolta Pino Santonico ha staccato più in alto del solito. Ce lo immaginiamo di nuovo forte ed aitante, com’è stato da centravanti della storica prima promozione in B della Reggina. Avrà già trovato Tommaso Maestrelli in paradiso. Chissà se a breve gli chiederà di organizzare una sfida a suon di colpi di testa con Giorgio Chinaglia. Per stabilire chi è il centravanti più forte in tale specialità, tra quelli allenati proprio dal mitico Maestrelli.

La Reggina del presidente Oreste Granillo prelevò proprio dalla Lazio, quel giovane bomber che risultò decisivo nel 1965 per vincere il campionato di Serie C. Pino Santonico si è spento ieri sera a Isola del Liri, la sua città natale, debilitato da anni dall’Alzheimer. I ricordi della sua triennale militanza in maglia amaranto, sono però indelebili.

Tant’è che scegliemmo lo stesso Santonico, tra i protagonisti in campo delle varie epoche, per celebrare il centenario della Reggina nel 2014: “Nell’anno della storica promozione in B, perdemmo a Pescara quando mancavano otto partite al termine, ma poi sbancammo Cosenza e ci fu la rivoluzione – il racconto di Santonico all’epoca – Passammo noi in testa e vincemmo il campionato, nonostante ci venne data partita persa a Crotone. Feci gol io. Fu uno scandalo, la giustizia sportiva ci sanzionò per una mela lanciata in testa al guardalinee da Umberto Pizzo, un tifoso tutto vestito di amaranto che fu portato in carcere”.

Santonico era molto giovane, quando venne acquistato dalla Reggina: “Arrivai a novembre del ’64 assieme a Mupo, trovando una bella squadra che era già seconda in classifica. Tutti pensavamo di poter vincere il campionato, e ci riuscimmo anche se a fatica. Maestrelli? Ho avuto tanti allenatori, ma lui è unico. È stato un padre di famiglia ed era preparato. All’epoca faceva tutto l’allenatore, non c’era nemmeno un preparatore atletico. Scoglio venne a darci una mano per il recupero degli infortunati, lo portò Dolfin. Il direttore, al pari del mister, era una sorta di papà e faceva tutti gli acquisti. Formavano un bel trio col presidente Granillo, bravissima persona. Quando ho saputo che gli è stato intitolato lo stadio, ho provato grande emozione. Non sono potuto venire a Reggio in occasione della sua scomparsa, ricordo che andai assieme a lui a Roma quando morì Maestrelli”.

A giugno avrebbe compiuto 80 anni. A Reggio si era sposato con Mariella, e prima della malattia era spesso presente in città. Un forte abbraccio a tutta la famiglia, in particolare alla figlia Samantha ed al nipote Gioele, che gioca centravanti come il nonno ed è cresciuto nella scuola calcio della Reggina. Ciao Pino, gigante della nostra prima Serie B ed idolo di una intera generazione di tifosi.

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