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Call Center in bilico, UILCOM invoca un tavolo di confronto urgente: “Clausola sociale da rispettare, committenti più responsabili”

La UILCOM di Reggio Calabria, attraverso il coordinatore provinciale Giuseppe Cantarella, in piena sinergia con la UIL territoriale guidata dal segretario generale Giuseppe Rizzo, rompe il silenzio su una crisi che rischia di travolgere il settore dei call center, una realtà fondamentale per il tessuto occupazionale della città. Nel capoluogo operano infatti diversi call center, tra cui la System House, la più grande e simbolo di un comparto che impiega centinaia di lavoratori.

Cantarella lancia un avvertimento chiaro: l’avanzata dell’intelligenza artificiale, se non governata, rischia di accentuare le difficoltà già esistenti. “L’IA – spiega – non può essere introdotta solo come strumento di riduzione dei costi. Il rischio è che si cancellino posti di lavoro e professionalità senza alcuna strategia di riqualificazione. L’automazione può essere utile se affianca l’operatore, ma non può sostituire le competenze umane, la capacità di ascolto e l’empatia che sono il cuore del nostro lavoro”. Per il sindacato, dunque, la tecnologia deve diventare un’opportunità e non una condanna per centinaia di famiglie.
Un altro punto cruciale riguarda la clausola sociale prevista dal contratto collettivo delle telecomunicazioni, che garantisce la continuità occupazionale in caso di cambio di appalto. Cantarella denuncia come spesso questa norma venga aggirata o applicata in maniera parziale, lasciando i lavoratori in condizioni di incertezza cronica. “La clausola sociale deve essere rispettata fino in fondo. È una tutela minima, ma indispensabile, per un settore che vive di precarietà e che non può sopportare ulteriori colpi”.

Da qui la proposta della UILCOM: aprire immediatamente un tavolo di confronto con imprenditori, committenti e istituzioni.

L’obiettivo non è quello di contrapporsi, ma di costruire soluzioni condivise. “Chiediamo di sederci insieme – sottolinea Cantarella – per individuare strategie che permettano di affrontare la transizione tecnologica, sostenere le aziende e allo stesso tempo tutelare i posti di lavoro. Ai grandi committenti chiediamo di assumersi responsabilità precise, offrendo certezze sulla durata e sulle condizioni delle commesse. Non si può scaricare la crisi soltanto sulle spalle dei lavoratori”.

Anche il segretario generale della UIL di Reggio Calabria Giuseppe Rizzo richiama alla responsabilità collettiva: “La crisi dei call center non è un problema di nicchia, ma un nodo che riguarda l’intero tessuto sociale ed economico di Reggio Calabria. Servono regole certe, garanzie reali e un impegno condiviso di istituzioni, aziende e committenti”.
Non manca la provocazione: “Le istituzioni non possono più limitarsi a osservare – afferma Cantarella –. Se davvero vogliono difendere il lavoro a Reggio Calabria, abbiano il coraggio di interfacciarsi direttamente con i grandi committenti, pretendendo garanzie su stabilità e condizioni delle commesse. Non si può lasciare tutto sulle spalle dei sindacati e dei lavoratori”.

Cantarella chiude con fermezza, lasciando un messaggio destinato a pesare nel dibattito pubblico: “Non resteremo in silenzio. Reggio Calabria ha il diritto di difendere il lavoro dei suoi cittadini. Questa è una sfida che si vince con il dialogo, ma il dialogo va aperto adesso, prima che sia troppo tardi”.

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