“Ecco che cosa ho pensato: affinché l'avvenimento più comune divenga un'avventura è necessario e sufficiente che ci si metta a raccontarlo” - Jean-Paul Sartre
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Michele Conia: ora Maysoon è una donna libera

“Come sindaco di Cinquefrondi e consigliere della città metropolitana di Reggio Calabria con delega ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace, riponendo sempre piena fiducia nella magistratura e seguendo la vicenda non senza apprensione, esprimo compiacimento e sollievo alla notizia del pronunciamento del tribunale di Crotone che ha decretato la liberazione di Maysoon Majidi , essendo venuti meno gli indizi di colpevolezza a suo carico.” Dichiara così il sindaco di Cinquefrondi, Michele Conia.
Prosegue Conia: “La ventottenne attivista per i diritti delle donne e regista curdo-iraniana, fuggendo dal regime di Teheran, una volta sbarcata sulle nostre coste, era stata arrestata lo scorso 31 dicembre con l’accusa di essere una scafista e per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ora è una donna libera dopo dieci mesi di reclusione prima nel carcere di Castrovillari e poi in quello di Reggio Calabria. Durante i mesi di detenzione Maysoon si è sempre dichiarata innocente e ha praticato la protesta pacifica dello sciopero della fame, arrivando a pesare 38 kg.”
Conclude così Conia: “Concrete e numerose le attestazioni di solidarietà per Maysoon: dalle centinaia di lettere inviatele alla costituzione di un comitato con presidi in contemporanea allo svolgimento delle udienze. Fiduciosi nell’assoluzione piena di Maysoon nella prossima udienza del 27 novembre non dimentichiamo Marjan Jamali, 29 anni, fuggita con il figlio di otto anni dalla violenza del compagno e dall’oppressione delle autorità iraniane. Dopo mesi di carcere e di disperazione, lo scorso maggio a Marjan sono stati concessi gli arresti domiciliari e ha così potuto riabbracciare il figlio. La potenza del sorriso di Maysoon, al momento dell’assoluzione, ci insegna la determinazione della sua lotta per riaffermare la sua dignità. Jin, Jîyan, Azadî‎. Donna, vita, libertà.”
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