Difesa del porto di Gioia Tauro, sulla vicenda interviene con una nota anche l’eurodeputata di Ecr-Fratelli d’Italia Chiara Gemma.
“La direttiva Ets della Commissione europea, prevista nel pacchetto sul clima Fit for 55, se fosse approvata, così come concepita, farebbe perdere competitività e importanti quote di mercato al porto di Gioia Tauro, con conseguenze catastrofiche per l’economia calabrese.
Per queste ragioni – afferma l’on. Gemma – anche io aderisco alla mobilitazione in corso e ritengo, così come hanno già detto il collega eurodeputato Denis Nesci e vari rappresentanti istituzionali calabresi di Fdi e del cdx, che la misura europea va subito riformulata.
La notizia, diffusa martedì dal ministro dell’Ambiente italiano Pichetto Fratin durante una riunione a Lussemburgo del Consiglio europeo Ambiente, rispetto alla possibilità che alcuni porti europei, tra cui Gioia Tauro, possano ottenere una deroga, è molto positiva ma non basta ed è necessario tenere alta l’attenzione e non lasciare nulla di intentato.
La posta in gioco è troppo alta – sottolinea l’eurodeputata – e potrebbe significare perdere migliaia di posti di lavoro generati da una delle infrastrutture più importanti del Sud e della Calabria, il primo porto d’Italia per transhipment, grande motore economico del Paese.
Stando alle notizie di stampa, l’ipotesi di deroga potrebbe scattare per i porti di puro trasbordo come Gioia Tauro, oppure potrebbe prevedere l’esenzione totale della tassa o un dimezzamento così come previsto dall’Ue per i porti africani. Un’altra possibilità potrebbe essere quella di supportare gli armatori attraverso delle forme di compensazione.
Tuttavia, – argomenta l’on. Gemma – in attesa degli sviluppi, è bene sottolineare che se la direttiva Ue non venisse cambiata, verrebbe introdotta una tassa che colpirebbe le grandi navi porta container qualora queste scegliessero, come avviene oggi, di fare scalo nei porti europei, tra cui Gioia Tauro, prima di raggiungere i porti del nord Europa o quelli americani.
La misura, lo ricordiamo, è stata concepita per abbattere le emissioni inquinanti di Co2 delle navi. La tassa verrebbe pagata al 100% nella tratta tra due porti Ue, al 50% se uno dei due porti è extra Ue, mentre non esisterebbe per una navigazione tra due porti extra Ue. Ciò provocherebbe che gli operatori sceglierebbero come porti di trasbordo scali extra Ue, aumentando le miglia di navigazione, e dunque producendo più emissioni di Co2 rispetto alle attuali rotte. Questa contraddizione assurda, che sarebbe solo a discapito dei porti europei, avrebbe due effetti devastanti: avvantaggerebbe i porti nordafricani e aumenterebbe l’inquinamento nel mar Mediterraneo.
La Calabria e l’Italia – conclude l’eurodeputata di Fdi – non possono accettarlo e va fatto tutto quello che occorre affinché ciò non avvenga. Per questo, anche io, a fine settembre scorso ho sottoscritto un’interrogazione congiunta sulla questione, presentata all’Ue dal collega Denis Nesci”.